05 Dic 16

Un voto contro, fateci i conti

Un voto contro. Questo hanno espresso ieri gli italiani e con questo la politica dovrebbe oggi fare i conti. Ai leader del fronte del No, oneri ed onori, così Matteo Renzi preannunciando le proprie dimissioni, come a dire vedremo ora cosa saprete fare voi alludendo al minestrone politico delle forze più variegate che ora, secondo lui, dovranno esprimere un esecutivo. Ma quale fronte? Il premier continua a sottovalutare il malessere sempre più profondo di una classe media distrutta a cui lui ha dato solo il colpo di grazia, perché non c’è una legge una che abbia inciso positivamente sulla nostra vita, lavoro, pensioni, benessere e salute. Nulla. E non si capisce a chi parli Renzi, quel suo 40%, contro il sessanta per cento dei no, di chi è. Ha coltivato un Pd personalistico, seguendo le orme di Berlusconi, i territori sono scomparsi e con loro le esigenze da rappresentare. Proprio quel partito che ha la maggioranza alla Camera e che era la maggioranza di Bersani, dovrà ora assumersi la responsabilità di un nuovo Governo ed andare fino in fondo dando segnali seri. Alla vita quotidiana delle persone e ai giovani che in massa hanno votato No, per capire cos’è che manca, ancor prima di una riforma costituzionale difficile da comprendere tanto più quando non si arriva a fine mese. Le più grandi democrazie occidentali sono in crisi di rappresentanza soprattutto nelle aspettative dei lavoratori, della vecchia sinistra che non ha saputo rigenerarsi. La rivolta della classe media agita l’Europa e gli States non farci i conti significa essere ciechi. Non pensare ad una legge elettorale che coinvolga di nuovo la gente, non tagliare davvero costi della politica, privilegi e burocrazie e non dare lavoro, dignità e salario minimo a tutti, vuol dire continuare a non capire. Già si accapigliano su chi deve fare cosa, si scagliano contro populisti ed antipolitica ma il Paese reale è altrove. La sinistra non pensi ora di resuscitare i vari D’Alema e le vecchie logiche di partito, non funzionerebbe più, mentre dalle nostre parti, sindaci, senatori, governatori ed amministratori comincino a sentire l’aria che tira. Nel capoluogo di Regione, con un’affluenza del 70.17%, il 64.46% degli elettori si è espresso per il No e il 35.54% per il Sì.