06 Giu 17

Di Benedetto, vorrei una città innovata

Americo Di Benedetto, candidato sindaco per il centro sinistra all’Aquila ha idee molto strutturate. Il suo progetto di rinascita dovrà partire dagli incentivi all’occupazione da studiare con il futuro 4% destinato alla ripresa. Un sostegno da costruire intorno alla ricerca, Fare Centro con il de minimis non può sostenere infatti le assunzioni, con cui attrarre imprese, dire all’Italia che L’Aquila ha siti disponibili e poi promuovere tale identità all’esterno. E’ la prospettiva che immagina il candidato, purché sostenuta da collegamenti veloci che avvicinino Roma, da cui dovremmo attrarre persone, e che viaggi con cultura, turismo e innovazione. Senza lavoro non ci sarà rinascita. Privilegiare il centro storico, la sicurezza delle scuole da rifare con una pianificazione quadriennale e lavorare ad un percorso che garantisca le professionalità del post sisma. In tal senso vorrebbe portare Casa Italia qui, farla diventare Casa L’Aquila, perché costerebbe meno, stabilizzerebbe i precari, si occuperebbe di lavori pubblici per il Paese e di ricostruzione portando a Roma una progettualità seria con cui non dover dire sempre ogni anno, col cappello in mano, dateci fondi per i precari. Non si sbilancia sulla macchina, Di Benedetto vuole conoscerla e poi trovare le modalità per risolvere i problemi è il suo approccio ma è sicuro che il Comune non è un amministratore di condominio, per cui il Progetto case andrà gestito da Fondazioni nei diversi territori, e si pagheranno i consumi,  dovrà poi tornare all’amministrazione ordinaria, la ricostruzione non ha nulla a che vedere con gli impiegati. Vorrebbe una Galleria al coperto su Corso Umberto, un caffè letterario, aggregazione e vita in un centro da pedonalizzare, purché sia ben servito e raggiungibile, immagina una città culturalmente innovata, con scuole sicure almeno allo zero sei di vulnerabilità, dove si vive bene e con un centro storico connesso dove potersi insediare e fare ricerca. Sul Gran Sasso parla di sviluppo, di sentieristica, di decoro, di sportelli e non chiude ad alcuna possibilità, questione di mediazione e culturale per cui è impensabile voler parcheggiare alle pendici della montagna. Le sue idee viaggeranno su un unico progetto pluriennale.