05 Giu 17

Cimoroni, per la Città della Memoria

Carla Cimoroni, candidata sindaca per la coalizione sociale L’Aquila Chiama, pensa che la ripresa con il 4% dei fondi per la ricostruzione vada veicolata con informazioni alle aziende che non può fornire la politica, con il vice presidente Lolli in Regione, ma un ufficio terzo. Risposte rapide perché il business non aspetta, non come Accord Phoenix che dopo quattro anni guarderebbe solo al sostegno pubblico. Sui 13milioni e 200mila euro per la cultura, punta a regole e metodi uguali per tutti, grandi e piccoli, purché ci sia un progetto culturale alla base che per la coalizione è la Città della Memoria. Diventerebbe il marchio della città, quello con cui concorrere a Capitale italiana della Cultura su cui costruire un piano ventennale che non sia solo progetti spot ma abbraccerebbe tutte le iniziative della città e le veicolerebbe all’esterno. Per la Cimoroni bisognerebbe avere il coraggio di aprire all’esterno senza limitarsi alle esperienze locali. Così per la Giunta come per la ricostruzione, in una macchina comunale da motivare e riorganizzare con il merito e necessità logistiche rispondenti alle priorità politiche, anche l’Usra andrebbe rivisto in termini di qualità ed audizioni pubbliche per selezionare gli amministratori unici delle partecipate. Di modo che se l’amministrazione scegliesse per fare clientela e senza qualità, la città lo saprebbe, spiega la candidata sindaca. Subito una mobilità che funzioni, che attragga turismo e studenti universitari oltre a migliorare qualità della vita e benessere perché la transizione durerà decenni. Universitari per la ripresa, valorizzare alcuni quartieri del Progetto case, quando non sono da demolire, con una gestione in mano ai piccoli e poi mettere insieme le tante associazioni che recuperano scorci e sentieri per imparare ad apprezzare il nostro territorio, perché solo così si potrà attrarre turismo. Un turismo pedemontano e dei borghi, recuperando l’esistente, superando i mega progetti che non porterebbero nulla al Gran Sasso e ad un territorio deturpato e da riqualificare. Recuperare e ridensifidcare la città disgregata, trasferendo volumi e riportando la vita con gli uffici, subito, nel centro storico.