15 Nov 17

Il Vera, l’acqua e gli antichi opifici

Una mattinata per conoscere la Riserva naturale del Vera, istituita nel 1983. Acque speciali con una temperatura costante intorno agli 8 gradi, insetti che sopravvivono solo in sistemi puri ed una vegetazione che garantisce ombra, nutrimento ed ossigenazione. Ambienti in cui generare prototipi di sostenibilità e da far conoscere ai ragazzi, per Giovanni Damiani, perché è con la conoscenza che si coltiva l’amore per i territori. E poi i piccoli antichi opifici, le valchiere, di cui ha narrato Giovanna Di Matteo, dove con l’acqua si lavoravano i panni, il rame e la carta, la più antica data 1482 ed era per il rame, quindi la lavorazione della carta con il mastro cartaio di Foligno, Eusanio Stella, che produsse fin dal ‘500, carta filigrana con un cerchio ed una stella al centro, ci sarebbero molte citazioni nei catasti, con un’attività in crescita nei secoli a seguire per poi perdersi agli inizi del ‘900, quando la rivoluzione industriale distrusse le valchiere. Una memoria da cui recuperare, secondo la studiosa, il nostro futuro sostenibile. Avrebbero preso contatti con ecomusei piemontesi per incontrare mastri cartai e ramai ed insegnare in giornate formative le antiche lavorazioni. C’è però da mediare la conservazione con la fruibilità dei luoghi e su questo è intervenuto Cialone. La zona conta tre presidi slow food per il fagiolo di Paganica, la patata turchesa ed il grano solina. Bisognerà recuperare le archeologie industriali, come l’ex centrale elettrica, che sarà il centro servizi, cuore della Riserva futura; l’antica cartiera, da restaurare a rudere con un museo all’aperto di ciò che è stato, provando perfino a riprodurre la carta con la stella; ed ancora un sentiero di collegamento con il Parco del Gran Sasso, con la base ad Assergi crocevia di tutte le escursioni, per 8 km di passeggiata per la Riserva, infine il sistema degli orti, perché perdiamo conoscenze sulle coltivazioni che dovremmo recuperare dai nonni, fare orti con loro, scolastici ed anche multietnici. Tre sentieristiche per l’area agricola, panoramica, della rameria e cartiera con sperimentazioni da iniziare coinvolgendo ristoratori con la filiera cortissima, albergatori e residenti del luogo. Sulla carta è bellissimo, dimostriamo ora di saperlo fare.