09 Ago 18

Piano periferie, i ritardi del capoluogo

E’ stato congelato in parte, il Piano periferie del Governo Renzi e Gentiloni. Circa 4miliardi di euro per riqualificare le aree più degradate delle città. Anche L’Aquila rispose al bando, la proposta è nella delibera 334 del 23 agosto 2016, con cui la Giunta Cialente sposò il progetto Connecting city, Connecting people – Ricucire nelle relazioni interrotte dal terremoto, pensato per riqualificare le periferie, riconnettere i tessuti urbani dispersi, ricucire le relazioni sociali, riqualificare l’edilizia residenziale pubblica e rigenerare gli ambiti urbani devastati dal terremoto.
Una proposta di intervento integrato del Settore Ricostruzione Pubblica, in collaborazione con l’Università, Facoltà d’Ingegneria dell’Aquila, e le Associazioni ActionAid Italia e ViviamolAq, per un costo complessivo di 31milioni 643mila e 417 euro.
Di cui 13milioni 643mila 417 euro a valere sul finanziamento di cui alla Delibera Cipe n. 23/2015 destinato all’Erp”; e 13milioni dal bando della Presidenza del Consiglio per riqualificare le periferie del 25 maggio 2016.
Una proposta assimilabile ad uno studio di fattibilità, si legge nell’atto contenente diversi livelli di progettazione di cui alcuni definitivi, il cui rup, era l’allora dirigente Enrica De Paulis, a cui la Giunta delegò l’incarico della proposta progettuale da 18milioni di euro, così spalmati: Biking to school (4.851.940,39 euro) per percorsi ciclopedonali scolastici; Networking people (6.161.146,22 euro) in una rete di centri sociali tra  periferie e frazioni; Reusing Housing (4.429.486,39 euro) e Multiethnic Community (16.200.844,00 euro). Il “Reusing Housing” avrebbe riguardato il riutilizzo di alcune piastre del Progetto case senza tuttavia interloquire minimamente col Piano regolatore il cui documento preliminare prevede tutt’altro. Sui fondi Erp era stato calato il progetto di riqualificazione delle case popolari di San Gregorio. Ma era davvero un progetto unitario e condiviso? Qual era e qual è la regia? Il documento preliminare sul Prg prevede per esempio di riutilizzare qualche quartiere del Progetto Case a servizio del turismo, un atto votato dal Consiglio e rimasto nel cassetto con uno studio di fattibilità di poche pagine ed una spesa di oltre 31milioni di euro di cui oggi scontiamo, i pesanti ritardi.
Slitta infatti di due anni, al 2020, la seconda tranche del Piano periferie, e cioè l’efficacia delle 96 convenzioni firmate a fine 2017, tra cui quella per L’Aquila, ma non le prime 24 sottoscritte a marzo 2017, con un emendamento al Senato in sede di conversione del decreto Milleproroghe.
I progetti della prima tranche erano già stati presentati a Palazzo Chigi, e gli altri 96 avevano la scadenza dell’8 giugno per la presentazione, quasi tutti sono stati presentati, alcuni hanno chiesto e ottenuto proroghe, i Comuni dovranno così rimodulare gli impegni di spesa e i connessi pagamenti facendoli slittare di due anni, per 1miliardo 030 milioni che il Parlamento sposterà su un nuovo Fondo di sola cassa, scrive IlSole24ore, da utilizzare per favorire gli investimenti delle città metropolitane, delle Province e dei Comuni, da realizzare attraverso l’utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti. Cerchiamo di capire ora, in fretta e concretamente, come siamo messi all’Aquila.

Nella foto, il Piano di recupero di viale della Croce Rossa