27 Feb 14

Parlare di futuro è impossibile

Il sindaco Cialente, non s’è smentito. Guai a criticare i suoi metodi, la mancanza di una visione, di un nuovo Piano regolatore che dal terremoto del 2009 ancora non c’è, l’assenza di un metodo e di una lucidità che faccia dire se le cose stiano andando bene. E’ il quesito critico posto da Maugeri e Di Nicola, rispettivamente del Sole24ore e dell’Espresso al primo cittadino aquilano, in occasione del confronto promosso dall’Ance, con l’associazione Abruzzo moderno, per parlare della prospettiva che ha davanti il cratere. Invitati anche i responsabili degli Uffici speciali, Aielli ed Esposito, e Nusca, coordinatore del cratere ma non è venuto fuori null’altro che la polemica alimentata da un sindaco capace di mostrare solo una comunità chiusa in se stessa, così com’è stata definita da Tedeschini, direttore del Centro, invitato con i colleghi alla tavola rotonda. Un Piano regolatore vigente dal ’75 che arriverà forse fra due anni, un piano di protezione civile che non c’è, migliaia di casette abusive, domande legittime, da parte di giornalisti di punta dei più importanti gruppi editoriali alle quali il sindaco non ha risposto. Un divagatore, lo ha inquadrato alla fine Maugeri, con una Giunta inadeguata, e dati ottimistici, come quelli illustrati dai responsabili sugli Uffici speciali, su case e risorse, che pure nessuna interpretazione politica colloca ancora in prospettive concrete di rinascita. Manca l’idea di futuro, sulla quale il Sindaco ha vietato ogni pungolo, per lui la stampa deve capire bene, proverà dunque di nuovo a far passare il suo messaggio, in una conferenza stampa che terrà presto a Roma. Gli oltre 2mila abusi delle casette temporanee, un Piano di Protezione civile inesistente, un Piano regolatore che non c’è, una ricostruzione antisismica soltanto al 75%, e sono stati spesi miliardi, per chi ci guarda da fuori è giustamente inaccettabile. Come il fatto di tenere ancora oltre 20mila persone in assistenza, in questo momento difficile per gli italiani. Cialente è impermeabile ad ogni critica e la comunità è dispersa in distinte fazioni, corporazioni, secondo l’ex magistrato Gherardo Colombo, che ha preso parte ai lavori, ed ha notato come gli abusi delle oltre 2mila casette, siano ormai un dato acquisito che non sconvolge più. Se le cose andassero davvero bene, per il magistrato saremmo in un’isola felice, tuttavia dagli novanta e da mani pulite, con tangenti fino all’11% dei lavori e processi finiti in prescrizione, il Paese è rimasto lo stesso, non si può credere ad occhi chiusi, che L’Aquila, dove girano miliardi, sia invece retta ed onesta a prescindere.