06 Dic 17

Differenza tra chi è dentro e chi fuori

Carlo Cianetti ha sentito stamattina, su 6 su Radio1, Tomaso Montanari, storico dell’arte e presidente di Libertà e Giustizia, sulla nuova formazione nata a sinistra con Grasso.

Tutto parte dal referendum costituzionale, ha spiegato Montanari, ci siamo chiesti se saremmo riusciti a costruire qualcosa con lo stesso entusiasmo con cui in tanti avevamo detto no, un’urgenza forte in un Paese in cui i cittadini non votano più e non credono più nella rappresentanza parlamentare.

Neanche ora con Grasso e la nuova formazione Liberi e Uguali?
Non è quel processo nuovo di cui parlava Rodotà e parla Landini, capace di riportare in politica un pezzo di Paese. E’ un’operazione fatta guardando i sondaggi, scegliendo un leader dentro il palazzo, mediaticamente efficace, lo capisco, ma in certi momenti più del buon senso c’è bisogno di una visione che faccia nascere qualcosa di nuovo, la Spagna, l’Inghilterra, la Grecia e la Francia hanno sinistre radicali tutte diverse tra loro ma ce l’hanno.

Come nasce una formazione capace d’interpretare le istanze di chi si sente ancora di sinistra?
Parlando un linguaggio radicale che da noi non è eversivo ed è il linguaggio della Costituzione, Calamandrei diceva che la Costituzione ‘è una polemica quando lo Stato pretende delle cose’ è una rivoluzione promessa, coinvolgendo le persone in un progetto in cui possano realmente contare perché il problema è l’opposizione tra chi è dentro la politica e chi è fuori. La politica deve cambiare la vita di chi la fa o la vita di tutti? Finché cambia solo la vita di quelli che la fanno, resta poco attrattiva per i cittadini.

Ci vorrebbe un partito pesante e tornare alle sezioni?
Forse sì. L’assenza di regole e lo smontaggio della cosa pubblica alla fine si risolve in un’oligarchia, ci vuole un partito realmente democratico, l’unico è il Pd, poco democratico, ma è l’unico che si chiama ancora partito, sono rimasti molti difetti nel nostro sistema partitocratico, non ci sono più i grandi pregi, il problema è quanto sia democratico all’interno.

Andrà a votare?
E’ una domanda terribile, se non ci sarà una maggioranza potrebbe ripartire l’idea di cambiare la Costituzione per un esecutivo più forte, bisognerà decidere di votare chi s’impegna a non toccare le regole di un Parlamento di nominati, composto di nuovo con una legge incostituzionale. 

Speriamo bene.