18 Mag 18

Microzonazione in Lombardia e Veneto

Nel sesto anniversario del sisma emiliano che ha colpito la pianura padana centrale includendo, oltre alla bassa emiliana e l’alto Polesine, anche il territorio mantovano causando la morte di 27 persone, Vincenzo Giovine, vice presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, spiega, è un territorio ritenuto a bassa sismicità preparato più ad affrontare fenomeni alluvionali che non sismici, con un danno distribuito in maniera diversa tra fabbricati vicini e fenomeni di liquefazione delle sabbie. La Lombardia si è dotata di studi microzonazione sismica di primo livello che coprono il territorio regionale, ma bisogna incrementare la conoscenza geologica dei territori per poi intervenire sul grado di sicurezza dell’edificato verificando l’interazione tra terreno e strutture.
Il sisma non è stato avvertito soltanto nelle province di Modena, Ferrara, Bologna, Mantova e Rovigo, ma anche in Svizzera, Slovenia, Croazia e Austria. Nel sesto anniversario del terremoto dell’Emilia originato dalle sorgenti sismogenetiche generatrici delle dorsali di Ferrara e Mirandola, spiega ancora il geologo veneto Paolo Spagna, ciò che è stato registrato nei 21 comuni ricadenti lungo la sponda sinistra del Po, sul fronte veneto, avrebbe dovuto far riflettere sulla necessità di rivedere le condizioni di rischio per riproporre nuove linee d’indirizzo. Infatti nel cosiddetto ‘materasso alluvionale’ del Po, i fenomeni sismo indotti che si generarono con le famose liquefazioni delle sabbie, destarono un vero allarme in tutti gli amministratori locali, sia per quanto riguarda l’edificato sia per i relativi piani urbanistici di espansione. Ad oggi, però, al netto dei pochi contributi concessi dalla Regione Veneto per la ricostruzione e l’adeguamento sismico nei comuni interessati dalle scosse, nulla è stato fatto per garantire, anche in zona sismica 4, la meno pericolosa, almeno l’approfondimento previsto dal primo livello della cosiddetta microzonazione sismica, permettendo di fatto ai sindaci di programmare il loro territorio in modo da ridurre il rischio sia da fenomeni diretti che da quelli indiretti, conclude Spagna. Le esperienze dei terremoti, anche le sabbie della Casa dello Studente all’Aquila, continuano ad insegnare nulla.