02 Nov 16

Messa in sicurezza, nessun obbligo

Lo Stato italiano non solo non cambia politica sulla prevenzione, ma lascia che sia il privato a decidere. Da noi prima del sisma si compravano vecchie stalle nei borghi per farne abitazioni a due soldi, da vendere o affittare con due stuccate a giovani, studenti, famiglie e professionisti. Se il patrimonio edilizio aquilano ha mediamente retto la scossa del 6 aprile 2009, tutto il sottobosco di vecchie stalle, superfetazioni, varchi, aperture, garage nei centri storici e piani aggiuntivi, è stato abbattuto dal sisma, ma lo Stato, che dopo il 6 aprile aveva detto che non avrebbe finanziato la ricostruzione degli abusi, sta al contrario pagando tutto e senza una nuova norma che vieti e punisca gli indebolimenti strutturali. Negli ultimi 40 anni sono stati spesi più di 140 miliardi sui terremoti italiani, ha spiegato in un’intervista a Radiouno il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano, a fronte di ogni euro speso in sicurezza ne servono otto nove per riparare i danni post sisma, ma non è obbligatorio intervenire sulla messa in sicurezza. Sono circa 22 milioni, le abitazioni in Italia non a norma antisismica in zone a rischio, le ristrutturazioni sono fatte senza prevedere l’adeguamento sismico e i proprietari per legge non sono obbligati a farlo, per Zambrano ci sarebbero molte resistenze dalle organizzazioni dei grandi proprietari per l’aumento notevole dei costi senza vantaggi sul mercato, che non premia chi ha fabbricati più sicuri dal punto di vista statico sismico. Diverso sarebbe il discorso sugli edifici pubblici, per cui un’ordinanza del 2003 obbliga gli enti a verificare la sicurezza statica, ma non obbliga ad eseguire interventi. Mentre superfetazioni, abbattimenti di muri e quant’altro hanno negli anni indebolito troppe case, ma si è lasciato fare, secondo l’ingegner Antonio Occhiuzzi del Cnr, costruzioni fatte a regola d’arte al tempo della loro realizzazione sono state indebolite da soppalchi, aperture per canne fumarie e nicchie per  impianti, è una prassi diffusa, ognuno pensa di poter fare di tutto in casa propria e sugli interventi d’indebolimento non c’è alcuna sensibilizzazione, anche se è vietato dalla legge. E nessuna catastrofe naturale riesce ancora a cambiare il corso delle cose.