27 Lug 17

Le eccellenze aquilane vanno fuori

Alessandro Rivera è uno di quei cervelli che L’Aquila non immagina neanche di avere. Col fratello Vincenzo ha dimostrato capacità gestionali di altissimo livello del tutto invisibili alle continue lamentele di Cialente, secondo le quali la classe dirigente non avrebbe mai dato una mano nel post sisma, ci chiediamo quindi dove sia stato il corto circuito e le ragioni per cui se sei bravo, da noi ti fanno sempre fuori. Alessandro è uno dei più importanti esperti di finanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, un alto funzionario che il giornalista Saldutti, dedicandogli qualche giorno fa un’intera pagina sul Corriere della sera, ha dipinto con profondo rispetto come burocrate indipendente anche quando la politica fa le sue piroette, maratoneta del tesoro a salvare permanentemente le banche in un sistema che cade a picco e grande negoziatore sui tavoli Ue, dove di certo l’Italia non arriva come Paese affidabile. Quarantaseienne, aquilano, è fratello di Vincenzo, direttore generale della Regione Abruzzo, un riferimento per la finanza ministeriale, il suo curriculum è impressionante. Entrato diciassette anni fa nel Tesoro, si chiamava così, cominciò elaborando i dati dei bilanci delle Fondazioni bancarie oggi è dentro la Cassa Depositi e Prestiti, un manager eccellente della pubblica amministrazione, un personaggio vero a cui il Corriere della sera ha dedicato una pagina per raccontarne anche la vecchia passione per l’atletica leggera e la maratona, l’ultima quella di mezzanotte a Capo Nord in Norvegia, quindi la carriera incredibile a fianco dell’integerrimo Roberto Ulissi, così lo definisce Saldutti, di cui  ha preso il posto in una delle strutture apicali del Dipartimento che segue il sistema finanziario e creditizio, italiano ed europeo. Il ruolo strategico in Cassa Depositi e Prestiti di Alessandro Rivera avrebbe potuto agevolare un canale utile a negoziare finanziamenti certi sulla ricostruzione ad esempio, Vincenzo sta dimostrando ottime doti manageriali altrimenti D’Alfonso, che di certo non è un ronzino della politica, lo avrebbe già fatto fuori ed invece continua la carriera ed è molto rispettato. Eppure dentro le mura, di tali eccellenze neanche se ne parla.