03 Giu 22

Noi i commissari non li volevamo più

Deve averla studiata bene la ricostruzione post sisma 2009, il commissario Legnini, se ha scelto un mega appalto per le scuole del cratere 2016. Una gara unica e un Accordo quadro per mettere a disposizione dei piccoli Comuni, che non hanno né strutture né risorse, un elenco di professionisti e imprese che si sono già qualificate per i lavori attraverso il bando e che possono essere immediatamente incaricate con un semplice Ordine di Attivazione.

L’ha studiata e ha capito gli errori da evitare. Chi amministrava L’Aquila intorno al 2012, d’altra parte, si convinse che doveva finire l’epoca dei commissari e dei commissariamenti, delle deroghe, delle procedure straordinarie e scelse di tornare a una gestione ordinaria della ricostruzione. Venne l’allora ministro Fabrizio Barca, in un caldissimo Consiglio comunale estivo nella sede della provincia, per dirci, molto velocemente, che i commissariamenti sarebbero finiti ma con una legge, che portava la sua firma, sarebbero stati introdotti gli Uffici speciali, uno per L’Aquila, l’altro per il cratere, che avrebbero monitorato la spesa, controllato i rendiconti in nome e per conto del Governo centrale e comunque qualsiasi costo straordinario sarebbe stato autorizzato dall’Usra. Uscimmo quindi dalla fase post emergenziale, ma comunque commissariata del post sisma, e imboccammo la via delle procedure ordinarie negli appalti pubblici, nelle grandi infrastrutture e nelle scuole, anche perché, dovevano lavorare le imprese locali.

Tutto parcellizzato, molti ricorsi e lungaggini, personale carente, e non solo negli enti locali medi e piccoli, ma anche nelle Sovrintendenze, nel Segretariato regionale per i Beni culturali fino a raggiungere l’imbuto principe di tutti gli imbuti, al Provveditorato alle Opere Pubbliche che da 13 anni non va a rilento, di più.

In campagna elettorale è tutto uno scaricabarile, tu avevi detto, tu avevi promesso, tu ci hai fatto sopra la campagna elettorale, no tu hai amministrato dieci anni prima di me subito dopo il sisma e non hai fatto un cavolo e via discorrendo, dimenticando che le scelte del 2012 hanno condotto allo stallo burocratico e amministrativo e per questi versi siamo ancora in emergenza, manca un punto di riferimento come solo un commissario può essere, naturalmente in gamba come Legnini, che lavori esclusivamente per le terre del 2009, perché se è vero che la città rivive il centro storico, c’è ancora molto da fare e questo molto sarebbe stato tutto in discesa, se avessimo avuto ancora per un po’ un regime straordinario per ricostruire chiese, palazzi pubblici, soprattutto scuole e forse anche le case.

Ma comunque così è andata. Giovanni Legnini è stato bravo, ha messo intorno a un tavolo tutti gli interlocutori, ha avuto al suo fianco gli Uffici speciali, uno per ognuna delle quattro Regioni colpite dal sisma, e in Abruzzo abbiamo l’ottimo Vincenzo Rivera a guidarlo, ha avuto con sé il ministro della Pubblica istruzione e perfino l’Anticorruzione e ha impostato un ragionamento che non lascerà indietro i piccoli Comuni, incapaci per mancanza di mezzi e strutture, di fare appalti importanti. Oggi non riusciamo ad avere neanche i prezziari aggiornati per i materiali edili, il Governo non ci fila, gli Uffici speciali 2009 sono ormai radicati nei territori e non si capisce più, che tipo di interlocuzione riescano ad avere con Roma e con quale probabilità di ascolto.