22 Dic 14

Discoteca al Rex, una città fatta a pezzi

Una discoteca in pieno centro storico e al posto del vecchio Cinema Rex, spazzerà via un altro pezzo della nostra storia. E’ vero, non c’era un cinema da tanti anni, al posto della sala aveva aperto un mega store d’abbigliamento, ma con un sisma devastante alle spalle ed una città da rifare più bella di prima, gli amministratori avrebbero dovuto avviare ben altre riflessioni, coinvolgendo la comunità, prima di aprire l’ennesimo posto per la sera, dimenticando che la strategia principale è ripopolare il centro di giorno. Con i negozi, il mercato, gli uffici e ritrovi culturali. Oltre che bar e pub. Fosse stata anche la scelta coraggiosa di riaprire un cinema, proprio lì dov’era o reinsediarci Biblioteca provinciale e Archivio di Stato, in un luogo immenso dove attrarre cittadini di giorno. Biblioteca ed Archivio di Stato restano in aree industriali e saranno lì ancora per decenni, perché la politica non pianifica un nuovo futuro in centro. L’Aquila riscopre palazzi nobiliari stupendi e li restituisce ai vecchi proprietari nuovi di zecca, nonostante non ci abbiano investito che pochi spiccioli di manutenzioni nei decenni passati, intorno a quei palazzi occorre ripensare una vita vera, fatta di giornate, di passeggi, di negozi, di librerie, di luoghi in cui fruire cultura. Il Rex, storico cinema aquilano, ben avrebbe potuto rappresentare un nuovo inizio, se solo avesse avuto un’amministrazione civica meno imbarbarita da politiche spicciole, che preferisce l’economia di passaggio di pub e ristori, che pure l’Ocse aveva previsto benissimo nello studio del 2012, per cui consigliò la politica di questa città di pensare strategie ed obiettivi, e ad un’economia stabile che nei prossimi decenni salvasse L’Aquila dallo spopolamento. Niente da fare, chi oggi parla di Piano regolatore che rivoluzionerà la città non sa che ciò che accade ogni giorno, senza strategie, ci sta tagliando le gambe. Chi se ne rende conto assiste impotente al continuo decadimento di una città fatta culturalmente a pezzi già prima del sisma, che non si chiede dove vuole andare, ma deve pianificare il proprio futuro ed uscire dalla narcosi perché alla propria storia, come lo è il Rex, ci tiene parecchio.