19 Gen 17

Stato d’emergenza, non ne usciamo

Chi avesse danni in una casa ristrutturata dopo il 2009 deve rivolgersi alla ditta che gli ha fatto i lavori, chi aveva la casa agibile ed ora ha dei danni,  può rivolgersi ai Vigili del fuoco in attesa di direttive ma solo al fine di avere un alloggio nel Progetto case o map, anche se dell’intero patrimonio immobiliare, restano ignoti e oscuri i numeri reali degli alloggi disponibili. Duemila persone hanno dormito nei centri d’accoglienza all’Aquila. Per lo più scuole e musp chiusi fino a sabato compreso, sono intanto iniziati i sopralluoghi negli edifici pubblici aquilani per verificare i danni, uffici chiusi perché così ha deciso il prefetto Giuseppe Linardi fino a sabato. La Giunta Cialente s’è determinata per lo stato d’emergenza con case riqualificate dallo Stato ma migliorate simicamente solo al 60% quindi non sicure al cento per cento. L’80% dei comuni abruzzesi è in zona ad alto rischio sismico, bisognerebbe farci i conti, andare per le scuole ed informare, ci ridicono i geologi, ma la realtà è che parecchie frazioni interne sono ancora isolate dalla neve, sono saltate le comunicazioni, ancora non torna l’elettricità su decine di migliaia di utenze, è un sistema Paese in tilt, fallito sulla carta, incapace di fronteggiare un’emergenza sempre più quotidiana e sempre più dura da affrontare. La viabilità non va, il commercio è in ginocchio neanche con i saldi è andata bene, gli artigiani sono allo stremo e i coltivatori diretti distrutti sull’intero territorio regionale con stalle e strutture agricole abbattute, aborti spontanei delle bestie per lo stress, calo della produzione del latte e neanche la possibilità di ritirarlo per le questioni legate alla viabilità che non c’è. In questo quadro post bellico, quando gli ospiti dispersi dell’albergo a Farindola travolto dalla slavina erano pronti per lasciare il resort ma non ce l’hanno fatta perché mancavano turbine e spazzaneve a liberare le strade alle pendici di un massiccio dell’Appennino, dove all’emergenza sismica si lega quella idrogeologica, l’incapacità del sistema Paese è totalmente certificata e non può più bastare la promessa dei selfie per Casa Italia o Italia sicura, perché la realtà è un’altra cosa.