19 Set 18

Cittadinanza onoraria: Letta non viene

A causa di un sopraggiunto e non rinviabile impegno il dottor Gianni Letta, attraverso una nota, ha comunicato l’impossibilità di partecipare alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria dell’Aquila. Pertanto la seduta del Consiglio comunale, in programma venerdì 21 settembre, sarà riprogrammata. Permane inalterata l’altissima stima condivisa nei confronti del già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per i suoi oggettivi meriti, legati a risultati concreti ottenuti per L’Aquila ed il suo territorio, in virtù dei quali restiamo persuasi del fatto che debba essere insignito della più alta onorificenza. 
Lavoreremo insieme, nei prossimi giorni, per superare divergenze e strumentalizzazioni, riconducendo la discussione nell’ambito della serenità e dell’obiettività.
Così Roberto Tinari, presidente del Consiglio comunale in una nota, dovrà ora disdire pure la prenotazione per venerdì, alle Salette aquilane, per sette otto coperti tutti da scoprire. La voragine, più che lo strappo, l’ha aperta Giustino Masciocco (Articolo 1), unico, ieri, in commissione, a votare no. A metterci la faccia insomma, tra le posizioni più defilate di una minoranza a dir poco liquida, tra chi si è astenuto, (Vicini); chi non avrebbe partecipato al voto di venerdì (Mancini e De Santis), chi ha proprio disertato, Carla Cimoroni non ha preso parte ai lavori, chi era assente, Albano, chi ha votato a favore, come Il Passo Possibile, e Masciocco a creare il caso. Ieri era solo, oggi non più. Un’assise civica, quando organizza queste grandi cerimonie dovrebbe, quantomeno, trovare una quadra condivisa ben prima dell’annuncio del conferimento, e non è escluso, leggo tra i malumori che serpeggiano, che ciò potrebbe costare a Tinari la presidenza. Gianni Letta, informato ieri del putiferio scatenato, ha inviato una lettera, è protocollata, con cui ha declinato l’invito. Ci mancherebbe, un riguardo istituzionale avrebbe voluto altri toni, altri modi, altre condivisioni, sicuramente irraggiungibili per molti, ma almeno un confronto democratico, aperto e partecipato con la città per far comprendere agli aquilani le ragioni di un voto contrario o favorevole. Da dimenticare.