05 Mag 17

Città creative, la nuova economia

Le Città Creative Patrimonio dell’Unesco sono ad oggi 116 e in 54 Paesi. L’undicesimo Forum annuale della rete si terrà dal 30 giugno al 2 luglio prossimi ad Enghien les Bains  in Francia (nella foto). S’era proposta anche Fabriano, Florianopolis in Brasile, le Bahamas con Nassau ed Enghien les Bains che l’ha spuntata. E già questo rende l’idea dell’internazionalizzazione delle città creative che l’Unesco ha concretizzato. Il tema di confronto sarà la Creatività verso le Città Sostenibili: Design sugli spazi pubblici nell’era digitale, con scambio di informazioni e d’esperienze ed una piattaforma di dialogo con cui raccordarsi sugli obiettivi del network che investe in cultura. Previsti un Forum dei Sindaci sul ruolo in trasformazione della cultura e della  creatività sulle strategie locali di sviluppo nell’ambito di 2030 Agenda per lo Sviluppo Sostenibile. Un workshop per condividere le esperienze e stimolare nuove partnership ed un programma culturale ed artistico aperto, illustrativo della creatività delle città nello sviluppo urbano. Una vera boccata d’aria fresca per noi di provincia che vorremmo di più mentre l’Italia si muove. Bologna è città creativa per la musica, Fabriano per l’artigianato e l’arte popolare, Parma per la gastronomia, Roma per il film e Torino per il design ed hanno siglato un’intesa per stringersi in rete e contare di più. Sono comunità innovative che credono nella creatività come elemento fondamentale per lo sviluppo non solo culturale e sociale, ma anche economico del territorio e quindi lavoreranno insieme ad un obiettivo comune. L’iniziativa dell’Unesco è del 2004, e nasce per promuovere legami tra tutte le città che puntino alla creatività come valore fondante ed obiettivo di crescita anche economica. I temi su cui promuovere unioni e confronti nel mondo sono la musica, il design, la folk art, la gastronomia, la letteratura e le media arts. C’è tempo intanto fino all’11 giugno per candidarsi a far parte del sistema delle città creative e bisognerà attendere il 31 ottobre prossimo per l’annuncio delle città che saranno poi selezionate. Il mondo si muove su nuovi assi economici che puntano sulla cultura, mentre L’Aquila resta immota.