22 Apr 14

Città della conoscenza, L’Aquila guarda

L’Aquila come città della conoscenza è in tutti i piani strategici e di ricostruzione prodotti nel post sisma, giusto un elenco di idee ed enti importanti, senza quel minimo di rete che leghi insieme l’istituto di Fisica nucleare con il Gran Sasso science institute, altro centro d’eccellenza dove gli scienziati studiano l’origine dell’universo, e con l’Ingv, insediato come simbolo nella città terremotata, incapaci di interagire con la città, con l’università, con la cultura e con la ricerca. La conoscenza, per la politica nostrana è questo. Tutto per conto proprio. Come il polo elettronico morto da quarant’anni, il farmaceutico che va da sé senza alcun legame col territorio, l’innovazione, e tutta una serie di intenti che non faranno mai una sola e unica strategia. Per l’Ocse L’Aquila doveva puntare ad essere attraente, i cantieri in centro storico, nonostante la Sovrintendenza sia disponibile ad organizzare tour conoscitivi, non interessano l’ateneo aquilano, probabilmente qualche università più attenta, in Italia, coglierà l’occasione e porterà studenti ingegneri e restauratori a studiare sul campo nuove tecniche. E L’Aquila guarda. La città della conoscenza nostrana, culturalmente esclude periferie e frazioni come esclude il cratere con gli oltre cinquanta Comuni che lo compongono, perché la cultura e la conoscenza sono solo risorse e fondi spartiti tra pochi enti, per lo più per pagare stipendi e prebende. Sulle città creative è nato un interessante dibattito per cui le amministrazioni locali dovrebbero fare delle politiche urbanistiche ed edilizie che facilitino l’espressione artistica e della conoscenza, all’Aquila non sarebbe stata un’operazione facilissima, non solo per la rudezza della gran parte degli amministratori ma anche per la chiusura della gente che pure ha bisogno di rinascita, di vitalità e di creatività e se ben stimolata, avrebbe preso parte ad un dibattito che invece è stato ritenuto inutile. I Cantieri dell’Immaginario l’evento culturale di arte, danza, musica e teatro finanziato straordinariamente dal Ministero dei Beni culturali nel post sisma, si concentra in centro storico e in pochi giorni dell’anno, impostato così non riuscirà a trainare la ripresa culturale e collettiva, ed il quotidiano di tutti. Non farà mai parte di un tutto, così come ogni obiettivo pensato dal post sisma in poi.