02 Gen 15

Cartacei pubblici, smarriti e dispersi?

Stamattina il piazzale del tribunale a Bazzano era zeppo di neve, la stessa neve caduta qualche giorno fa che non è stata spazzata via di un fiocco, sarà sfuggito al Comune dell’Aquila responsabile della cura del palazzo di giustizia, bisogna però guardare all’anno nuovo con ottimismo, ergo, sicuro nelle prossime ore, arriveranno sale e spazzaneve. Impiegati discutevano degli archivi giudiziari, faldoni e faldoni di processi, fallimenti e notifiche portate all’interporto di Avezzano, per nulla classificati, per niente individuabili e a tratti esposti alle intemperie stagionali, chi sa che fine faranno quelle pratiche e quante di esse saranno recuperate nel secondo trasloco che subiranno dopo il sisma del 2009, per tornare nella sede madre a via XX Settembre probabilmente per la prossima primavera. La questione non è poi così appassionante per nessuno, e non lo è per altre amministrazioni, parecchie pratiche e delibere di Giunta dei decenni passati sono ancora abbandonate a Palazzo Margherita (nella foto) e chi sa come saranno state accatastate con i cantieri aperti, perfino l’Anagrafe a via Roma, mostra i propri elenchi demografici e della leva militare storici e di inizio secolo scorso allineati lungo i corridoi, alla mercé di chiunque, svelto e appassionato di registri civici datati, potrebbe anche strappare un ricordo da custodire in casa propria sottraendolo ai pubblici archivi. E chi sa nei futuri traslochi che fine faranno, come non si sa bene che fine abbiano fatto tutte le pratiche dell’urbanistica mai informatizzate, come del resto accade in qualsiasi Comune d’Italia, ma L’Aquila farà di più, perché se non ritroverà qualcosa nei propri annali, potrà sempre dire di averla smarrita col sisma e chi sa che queste perdite non facciano gioco ai più esposti agli abusi. Con tutto l’ottimismo del mondo, e col cuore gonfio di positività per l’anno che viene, mi chiedo come si possa rischiare di perdere pezzi fondamentali della propria storia senza fare una piega. Fosse essa giudiziaria o civica, visto che una comunità senza storia non solo non andrà lontano, ma rischia di morire ancor prima che rinasca, qualcuno dice che anche i documenti dell’Archivio di Stato, ricollocato dopo il sisma nel nucleo industriale a Bazzano, non siano custoditi con temperature adeguate.