04 Giu 18

Carta di Bologna, lavoro e nuove tutele

La gig economy è un modello economico sempre più diffuso dove non esistono più le prestazioni lavorative continuative, il posto fisso con contratto a tempo indeterminato, ma si lavora on demand, cioè solo quando c’è richiesta e con rapporti di lavoro autonomo. Domanda e offerta vengono gestite online attraverso piattaforme e app dedicate, come Uber per i trasporti privati alternativi al taxi. Quando occupano un mercato, queste piattaforme hanno bisogno di creare una nuova flotta di riders, cioè un numero sufficiente di ciclo fattorini, come per la consegna del cibo, che garantisca la distribuzione dei pasti a decine e decine di locali sia a pranzo che a cena.
Il 19 maggio scorso, Francesco, aveva appena consegnato un pasto per Just Eat, una delle piattaforme per la consegna del cibo, in scooter, a Milano. E’ caduto per strada ed ha perso una gamba tranciata da un tram. Non aveva fretta e non stava superando il tram è caduto per le pessime condizioni della strada che l’amministrazione lombarda ha voluto immediatamente riparare, come ha documentato un suo collega. Francesco è di Torre Annunziata, ha un contratto annuale, smista e organizza gli ordini per le consegne a domicilio e solo quando serve esce dall’ufficio. Spero che adesso aumentino le tutele ai rider che non le hanno e che migliorino le condizioni delle strade, ha dichiarato. Anche il tramviere che lo ha investito è stato ricoverato in stato di choc.
Il 31 maggio è stata firmata la Carta dei diritti dei lavoratori digitali. La Carta di Bologna, primo esperimento europeo di riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori digitali come Francesco. Quando termina il turno capita che si riuniscano per conoscersi e confrontarsi, scrive fiomnotizie.com, dall’autunno scorso hanno cominciato a incontrarsi periodicamente e organizzarsi sotto il nome di Riders Union Bologna. Qualche giorno fa la firma della Carta, sono già punto di riferimento e di mutuo aiuto per i fattorini della gig economy e chi sa che non sia l’alba di una concezione di tutela ancora lontana dalla visione conservatrice dei sindacati moderni.