06 Ago 23

Recovery Art, rigenerazione a Camerino

Un progetto di rigenerazione urbana a Camerino, con la nascita del primo Polo di eccellenza per il restauro delle opere d’arte danneggiate dal sisma nella Regione Marche, oltre che spazi museali, laboratori didattici e residenze universitarie. Sono questi i contenuti dell’accordo di collaborazione istituzionale siglato in questi giorni dal commissario straordinario per il sisma 2016, l’Agenzia del Demanio, la Direzione regionale Musei Marche, l’Università degli studi di Camerino, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e il Comune di Camerino.

L’intesa è finalizzata all’attuazione di un progetto di valorizzazione dei beni demaniali ex Casermette di Torre del Parco, chiesa di San Francesco, ex Carcere Giudiziario ed ex Caserma dei Carabinieri. I fondi da investire sono quelli previsti dal commissario straordinario di Governo, circa 10,4 milioni di euro, a cui si aggiungono quasi 30 milioni di euro stanziati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il concept alla base del progetto di rigenerazione urbana è di creare una connessione tra i diversi complessi immobiliari situati in zona periferica e nel centro storico. In particolare, il progetto di valorizzazione e rifunzionalizzazione delle ex Casermette di Torre del Parco prevede la realizzazione di un polo d’eccellenza per il restauro dei beni culturali, quale elemento di rilancio socio-economico e culturale della città di Camerino, al fine promuovere l’offerta turistica, attrarre investimenti e creare occupazione.

Il primo intervento su 8 fabbricati, appena inaugurato, prevede un finanziamento di circa 10 milioni di euro con fondi del Pnc (Piano nazionale complementare al Pnrr per le aree del sisma 2009 e 2016), mentre il secondo lotto riguarda 18 immobili con un finanziamento con fondi Pnrr di circa 20 milioni di euro. Gli edifici saranno adeguati sismicamente e tutta l’area rifunzionalizzata per creare un Recovery Art, il primo centro di ricovero e recupero di beni artistici e culturali danneggiati dalle calamità nella Regione Marche. Ci saranno anche aree didattiche, in raccordo con l’offerta formativa dell’Università degli Studi di Camerino, e aree espositive per accogliere temporaneamente le opere restaurate di maggior prestigio, prima di essere riportate alla destinazione originaria. Il nuovo Polo punta a diventare un centro di interesse per il personale del Ministero della Cultura, per gli esperti di restauro, per i professori universitari, per gli studenti, per i cittadini e turisti amanti delle opere d’arte.

L’intervento sulla chiesa di San Francesco, l’ex Carcere Giudiziario e l’ex Caserma dei Carabinieri, tutti situati in pieno centro storico, prevede ancora un finanziamento complessivo di 10,4 milioni di euro, stanziato con ordinanza speciale n. 27 del 14.10.2021 del commissario. Il concept progettuale si basa sulla realizzazione di un Polo culturale scientifico e museale da destinare a aree espositive, laboratori didattici e aule in linea con l’offerta formativa dell’Università degli Studi di Camerino, foresterie per gli addetti ai lavori e residenze universitarie. L’intento è quello di riportare la Pinacoteca civica all’interno della chiesa di San Francesco e realizzare il Museo di eccellenza nell’ambito dell’arte contemporanea, puntando a determinare il rilancio sociale, economico, culturale e turistico del borgo, generando opportunità per i giovani e lo sviluppo di nuovi flussi turistici per la zona.

L’accordo attuativo potrà essere poi ampliato ad altri immobili di proprietà dello Stato, di proprietà comunale o di altre amministrazioni pubbliche e si affianca ad ulteriori iniziative già in corso che vedono l’impegno dello Stato per la realizzazione delle nuove caserme dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri.

Guido Castelli

Da deposito di armi a laboratorio di recupero e rinascita per le opere danneggiate dal sisma: la rifunzionalizzazione delle ex Casermette di Camerino è un esempio di rigenerazione urbana nel cratere del 2016, rileva il commissario Guido Castelli. Valorizziamo edifici che dall’originaria funzione militare potranno essere adeguati all’esigenza di custodia e recupero dei quasi 30mila beni culturali che son stati prelevati dalle chiese e dai palazzi danneggiati dal sisma.

Il complesso immobiliare delle ex Casermette è stato costruito prima della seconda guerra mondiale per la detenzione dei prigionieri di guerra ma è stato principalmente utilizzato come deposito di materiali vari dell’ssercito fino al 2007, anno in cui è stato dismesso dal Ministero della Difesa. L’intera area, che si estende su una superficie territoriale di oltre 56mila mq, sarà riqualificata e gli edifici saranno adeguati sismicamente per ottenere appunto un Recovery Art, il primo centro di ricovero e recupero di beni artistici danneggiati dalle calamità nella Regione Marche. Il bene sarà identificato e schedato in un’area di accoglienza; i dati e la documentazione fotografica saranno gestiti nella zona uffici; l’opera passerà nell’area di controllo e monitoraggio, qui sarà sottoposta a controlli scientifici e diagnostici al fine di stabilire la necessità o meno di un trattamento di decontaminazione. Se necessario, il bene sarà trattato in apposito laboratorio. Verrà poi sottoposto ad interventi di messa in sicurezza e posizionato negli spazi di deposito in attesa di essere riallocato nel luogo di origine o in spazi espositivi. L’operazione consentirebbe di rifunzionalizzare immobili pubblici in disuso destinandoli a nuova vita, secondo principi di efficientamento energetico, in grado di determinare contenimento dei consumi energetici, riduzione di suolo e impatti positivi e misurabili sul territorio. Si otterranno delle strutture a emissioni zero, integrate con sistemi energetici dinamici e interattivi, grazie all’implementazione di soluzioni volte al risparmio energetico e al basso impatto ambientale, con particolare attenzione ai seguenti aspetti: digitalizzazione, gestione dei consumi e produzione di energia elettrica. Saranno applicate soluzioni di ‘sustainable building’, bioclimatiche ed ecologiche, e utilizzati materiali e tecnologie innovative.

Sia la progettazione che la gestione del cantiere sarà inoltre supportata dalla tecnologia BIM, Building Information Modeling, spiega ancora la nota commissariale, che permetterà un più efficace controllo della fase di cantiere e delle successive manutenzioni.

La Recovery Art sarà parzialmente attiva già dal secondo semestre 2025 e l’intera opera sarà completata entro il 2026 nel rispetto delle milestone del Pnrr per una spesa complessiva di circa 30 milioni di euro.