25 Set 17

Asilo occupato, lo spazio che non c’era

C’è da augurarsi che l’interesse del consigliere Silveri jr, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, si concentri su tutti gli edifici pubblici abbandonati della città, non solo sull’Asilo in viale Duca degli Abruzzi e ne faccia una battaglia di civiltà. Penso alla passione di tanti quando occuparono la struttura se non l’avessero ripulita, rigenerata e riutilizzata per farne un centro d’aggregazione oggi sarebbe piena di erbacce ed abbandonata come tante altre in centro storico. Chi oggi dice che sente grida e schiamazzi da quella struttura dice il falso, non essendo più utilizzata dal gennaio scorso, qualche mese prima organizzarono dei corsi di tango organizzati per tutte le età, c’erano delle candele, stuzzichini ed un ambiente accogliente per  quelle signore e signori che non avranno certo avuto altre occasioni in questi anni per frequentare un luogo pubblico e ritrovarsi insieme perché un luogo del genere non è mai nato. Lì hanno suonato, organizzato concerti, cineforum, mostre d’arte, studi e luoghi per la creatività, è stato fatto davvero molto ed attrezzata anche una stanza insonorizzata con un impianto audio per le prove di gruppi e giovani. Probabilmente chi contesta il ben fatto preferisce vedere i propri ragazzi nei centri commerciali a farsi il cervello a palline. Peraltro il progetto di riqualificazione che restituirà la struttura alla città inizierà anche grazie alle sollecitazioni di tante associazioni che hanno frequentato l’Asilo. Gli ultimi ragazzi rimasti si sono riuniti in questi giorni per decidere come dividere i costi dei consumi che hanno sempre pagato e cosa fare della biblioteca pubblica, che in questi anni hanno messo su con donazioni e recuperi di saggi, romanzi, testi di arte, poesia e letteratura accolti nella struttura e a disposizione di chiunque volesse leggerli. Speriamo per tutti che non facciano una brutta fine, che trovino posto in qualche luogo e riescano a stimolare la lettura in qualunque modo. Per il resto è solo un sentir parlare di sanzioni, di repressioni e di chiusure, non vorremmo veder bruciare quei libri in una pubblica piazza, in nome di una non meglio specificata illegittimità, storicamente tutta da interpretare.