23 Gen 19

Accademia, ricominciamo ad osare

E’ stato inaugurato oggi il 50esimo anno accademico dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Un’istituzione che ha segnato con la sua impronta innovativa profondi cambiamenti nella didattica e nell’alta formazione artistica, come ha ricordato il presidente Roberto Marotta.
In questi cinquant’anni hanno insegnato all’Aquila nomi fondamentali per la cultura contemporanea da Carmelo Bene a Pino Zac, da Andrea Cascella a Mario Ceroli, da Antonio Calenda a Fabio Mauri ad Achille Bonito Oliva.
Una cerimonia commemorativa istituzionalmente perfetta, con  i saluti del sindaco Pierluigi Biondi e del sottosegretario ai Beni culturali Gianluca Vacca, quindi un ringraziamento agli ex presidenti dell’Accademia, ai quali è stata donata una stampa d’autore.
In una giornata così importante per la città, con il filosofo Giacomo Marramao a dialogare con la storica dell’arte Laura Cherubini, sulla mistica e la filosofia nell’arte dell’intellettuale Fabio Mauri, che ha insegnato in Accademia oltre vent’anni, tra le prossime importanti iniziative artistiche per il cinquantennale, la prima sarà dedicata a Piero Sadun, primo direttore dell’Accademia aquilana, il decimo anniversario del sisma del 6 aprile 2009 ed altri eventi di qualità, non dimenticherei di ricominciare ad osare nell’arte, come nella cultura e nella letteratura.
La mostra dei lavori originali di Pino Zac, allestita alle spalle del piccolo teatro, è stata un’eccellente iniziativa che ha bisogno di palpitare, di spalancare le porte ai tanti artisti all’avanguardia che spesso non hanno spazi, e a chi vuole osare fosse anche offendere, ma che forse riuscirà, come i grandi che hanno insegnato o sono passati in Accademia, a lasciare un segno indelebile.
Osare anche per imporre la legge del 2%, per cui ad ogni ricostruzione pubblica, la norma nacque nel dopoguerra, il 2% dei lavori deve essere destinato ad un concorso per un’opera d’arte da collocare nella struttura. Non rinunciamo al nuovo, alle sperimentazioni e alla ricerca e chi sa che il dramma del 2009 non riesca a segnare anche l’arte.