08 Ott 14

Il 44% dei giovani italiani non lavora

Oggi, il vertice a Milano dei 28 leader europei sulla disoccupazione. L’Italia è il paese che va peggio oltre il 44% dei giovani non lavora, i dati sono migliorati anche in Spagna e in Grecia, ma nel Bel Paese non si riesce ad uscire dalla palude neanche di un punto. Non ci piace come va in Europa, non ci piace la Germania, neanche l’Inghilterra e la Francia, eppure sono i paesi dove i giovani italiani emigrano per cercare un futuro. Non un futuro migliore, a mala pena un futuro. In Italia andiamo avanti solo con l’accetta, a falcidiare i diritti, senza tagliare di un centesimo la spesa pubblica, senza eliminare un solo privilegio tra le pensioni d’oro, senza combattere l’evasione fiscale mentre non solo i cervelli vanno via, ma chiunque a un certo punto, capita l’aria, non intende  vivere a vita sulle spalle di mamma e papà e quindi fa le valigie. Nel 2010 la Germania aveva il maggior numero di disoccupati, era ultima in Europa, oggi è tornata in testa perché i tedeschi hanno fatto dei sacrifici, hanno accettato dei tagli, hanno cercato una ripresa e ce l’hanno fatta. Italia Oggi, attribuisce il successo al fatto che il patto sociale in Germania lo rispettano i cittadini, le parti sociali, lo Stato e gli imprenditori. In più, la politica se sbaglia lo ammette e torna indietro. A fronte di tasse pesanti, i tedeschi hanno in cambio servizi dignitosi. Sindacati e imprenditori hanno collaborato lealmente con Schröder, per la ripresa, si rinunciò agli aumenti ma non appena andò meglio, furono i datori di lavoro a rinnovare i contratti, qualcosa sulla riforma delle pensioni e del lavoro la presero anche dall’Italia, non andò, tornarono indietro. La Merkel ha raccolto i frutti di quelle riforme, in Germania si sta bene, gli stipendi sono adeguati. In Italia un patto sociale è impossibile. 44milioni di giovani disoccupati fanno venire i brividi, roba che tuttavia non esplode, come non esplode nei nostri territori terremotati, dove a fronte di un disastro economico e occupazionale post sisma, tragico e senza ritorno, si sopravvive solo con l’assistenza e si tira a campare.