Uso del freddo e di fitofarmaci per potenziare la micorrizazione di piante tartufigene, è il titolo del brevetto che introduce due innovazioni nella produzione di piante micorrizate con tartufo. Come spiega wikipedia, la micorizzazione in agricoltura e in orticoltura, è una tecnica di coltivazione che consiste nel far attaccare l’apparato radicale della pianta di ortaggio, da funghi non patogeni che creano con essa una situazione di simbiosi con apporto di scambio reciproco: il fungo trae dall’apparato radicale dell’ortaggio sostanze nutrienti, mentre la pianta riceve dal fungo acqua e sostanze minerali che ne favoriscono l’accrescimento. Il complesso simbiotico pianta fungo che viene a crearsi è detto micorriza, ed è una tecnica sperimentata per incrementare la produzione di tartufi e trattamenti di bio risanamento di terreni. Il nuovo brevetto è stato depositato dal prof. Giovanni Pacioni dell’università dell’Aquila, e dai suoi ex allievi Sandro Rosa e Peter Illuminati, della Cooperativa Viaba. La prima prevede l’impiego delle basse temperature per conservare ed attivare l’inoculo micorrizico. La seconda innovazione riguarda l’uso di una particolare classe di fungicidi per incrementare la velocità e la resa nella produzione di piante tartufigene. L’effetto di quella particolare classe di fungicidi sul tartufo, che è un fungo, al momento non è scientificamente spiegabile ma risulterebbe estremamente efficace. Una buona notizia in una Regione come l’Abruzzo, ha informato l’università in una nota, dove l’economia legata al tartufo è piuttosto rilevante, circa 40 milioni di euro nel 2014, e la tartuficoltura rappresenta un diffuso sistema per il recupero produttivo delle terre abbandonate, specialmente nelle aree interne.