20 Ott 14

Servono fondi, L’Aquila a che punto è?

L’Aquila, dovrà ora affrontare il dibattito sulle risorse che non ci sono, di quelle che il Governo Renzi ha dimenticato di stanziare nella Legge di Stabilità e nessun parlamentare abruzzese, neanche i vertici locali del Pd, né il Sindaco Cialente, tantomeno il presidente della Regione D’Alfonso e il vice presidente Lolli, tutti appassionatamente dello stesso partito neanche un cane ad accorgersi che non c’era un centesimo nella manovra finanziaria. Ci sarà ora la corsa al faremo e diremo ma recuperare la realtà sarà durissima, nel pomeriggio è previsto un Consiglio comunale straordinario sulla ricostruzione delle scuole, per le quali in quasi sei anni dal sisma, nonostante siano già nelle casse, pronti, 40milioni di euro, l’amministrazione è riuscita a fare un solo progetto esecutivo. Mentre il report che informa la gente sulla ricostruzione pubblica è fermo al 31 ottobre 2013. Senza le risorse la ricostruzione si ferma, vorremmo però capire se andiamo dalla parte giusta e la politica locale rifiuta qualsiasi bilancio. Con la legge Barca misero la parola fine ai commissariamenti, l’Ufficio speciale per la ricostruzione, con a capo Aielli, avrebbe garantito continue informazioni a Roma sull’utilizzo delle risorse, e un controllo sugli enti locali, di nuovo artefici delle loro scelte. E’ successo un macello, Aielli s’è dimesso prima della scadenza del contratto, Cialente lo ha praticamente fatto fuori e L’Aquila, non ha più un referente a Roma. La Corte dei Conti a fine luglio ha osservato l’assenza delle rendicontazioni su quanto speso e come è stato speso, un fatto gravissimo a cui mettere mano subito ma nessuno si muove, e a guardare i dati sulla ricostruzione privata, è evidente che le procedure della scheda parametrica introdotte con la riforma Barca, sono state pensate solo per rallentare i lavori, perché i soldi non ci sono. Sulle 4.300 pratiche presentate, mancano solo quelle di una trentina di frazioni, da presentare entro fine ottobre, appena mille risultano istruite, nel totale, meno di mille sono parametriche e nello scorso aprile solo 106 rappresentanti di consorzio, sono stati invitati a presentare la seconda parte del progetto. Quella che fa aprire i cantieri, con 120 giorni di tempo più le integrazioni per chiudere i progetti. Tempi biblici anche per il recupero dell’abitato, ed una governance ancora tutta da valutare nella riuscita.