21 Nov 17

Riscaldamento globale: un punto morto

Dalla Cop23 a Bonn, la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, ci si aspettava un seguito concreto all’Accordo di Parigi, che sancì l’impegno al mantenimento del riscaldamento globale entro i due gradi o un grado e mezzo per fine secolo ed invece solo negoziati estenuanti e zero attuazione, mentre rischiamo lo sforamento dei tre gradi con la certezza di disastri e apocalissi. E’ uscito giusto qualcosa sugli impegni da adottare per la riforma del sistema agricolo e la riduzione delle emissioni di CO2, per il resto molto poco. Il sottosegretario d’Abruzzo Mazzocca ha annunciato la nascita dell’Alleanza Globale, sancita anche dall’Italia a conclusione della Cop23, per aggiornare i target nazionali di decarbonizzazione che permetteranno un obiettivo minimo al 2020, quando l’Accordo di Parigi sul grado e mezzo entrerà in vigore. La Global Alliance to Power Past Coal per l’elettricità oltre il carbone, tra 25 Paesi, intende accelerare la crescita pulita e la protezione del clima con una più rapida eliminazione del carbone, fonte da cui proviene il 40% di emissioni di gas serra causando un milione di morti l’anno. Vedremo i progressi nel corso della prossima Conferenza,  la Cop24, che si terrà nel novembre del 2018 a Katowice, in Polonia.
Anche nel 2017 terribili uragani hanno devastato i Caraibi, tempeste e inondazioni hanno distrutto migliaia di abitazioni e scuole in Asia meridionale, ondate di siccità in Africa orientale accelerano la desertificazione. L’Abruzzo ha subito alcuni giorni fa una nuova ondata di maltempo con un picco di precipitazioni di oltre 200mm di pioggia in 24 ore sulla costa con danni e smottamenti.
Il processo partecipativo al Pacc, Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, vedrà la conclusione giovedì 23 novembre all’Aquila, nel corso dell’incontro saranno affrontate, con cittadini ed istituzioni, le criticità climatiche, le problematiche del riscaldamento del pianeta, le conseguenze bio geografiche e gli effetti sul patrimonio naturale. La Cop 23 avrebbe dovuto portare altro, invece i paesi ricchi, osservano alcune Ong, sono arrivati a Bonn a mani vuote.