07 Apr 17

Ripresa post sisma, giusto l’industria

A che punto è la ripresa economica del post sisma. Ne ha beneficiato il sistema industriale, della sicurezza e farmaceutico con 40 milioni di euro circa, senza partecipare a bandi e senza ricadute occupazionali. Sui primi cento milioni è stato speso meno della metà, nulla sulla valorizzazione turistica e accoglienza diffusa, nulla sull’agroalimentare, nulla sul Gran Sasso, 5milioni attivati sulle reti ottiche, 15milioni ancora appesi per l’industria e 35 che non riescono a circolare perché i progetti non decollano. Intorno a questo giro guadagna lo Stato, Invitalia spa prende infatti il 6 o 7% a progetto, ne sta bocciando parecchi, come pure la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio prende la sua parte, 4milioni e 400mila euro per l’aspetto burocratico della seconda misura strutturata per la ripresa economica. Il 4% per il quinquennio 2016-2020, per 221milioni di euro di cui 74 e mezzo già programmati. Tra questi, la Giunta regionale ha appena dato il via libera al bando Fare Centro, con 12milioni di euro per il biennio 2017-2018, 20milioni in tutto, per progetti di almeno 20mila euro, finanziabili fino al 70%, per un massimo di 18mesi. C’è anche la scheda che tocca al Comune dell’Aquila sulla cultura, con 13milioni e 200mila euro totali, nelle piene disponibilità discrezionali dell’ente. Tornano i 15milioni appesi per il sistema industriale, l’attrattività turistica del cratere (10milioni), una Scuola Internazionale in mano al Comune dell’Aquila (150mila euro) e due progetti tecnologicamente avanzati in capo all’Università dell’Aquila e ai Laboratori di Fisica Nucleare, per un totale di circa 12milioni di euro. Bisognerà capire se l’economia ha ripreso un po’ a girare. Il sistema industriale, della sicurezza e farmaceutico ci ha guadagnato senza fare selezioni, non sappiamo di ricadute occupazionali e se la ricerca sia rimasta qui, i progetti su turismo e agroalimentare sono per lo più stati segati, Infn ed Università andranno per conto loro, il Comune dell’Aquila lavora per nutrire le sue clientele con la cultura e nessuno che cerchi di capire se i 320milioni in tutto, finora, li stiamo destinando come si deve.