03 Apr 15

Post sisma, sparite critiche e comitati

Credo che uno dei punti fondamentali per rinascere dopo il sisma del 2009, sia il lavoro e l’economia. Attraverso veri progetti di riqualificazione, la rete Unesco delle città creative, un Piano regolatore che innovi come le capitali europee hanno fatto già vent’anni fa e di certo con una discussione pubblica che all’Aquila non è mai stata avviata. Per la ripresa abbiamo l’incentivo del 5% della Legge Barca, per cui una piccola percentuale dei fondi per la ricostruzione andrà investita nell’industria, nella ricerca, nell’innovazione, cultura, agroalimentare e turismo. Nella relazione ministeriale inviata al vice presidente della Regione Abruzzo, Lolli, sull’utilizzo di queste risorse, finora 100milioni di euro, tra le criticità emerge che i piccoli borghi del cratere, rischiano di non poter usufruire dei sostegni perché non essendo ancora partita la ricostruzione è di fatto impossibile fare progetti per B&B e per recuperare il vecchio abitato a fini turistici. Proprio in queste ore è in discussione una nuova legge sulla ricostruzione, ma la politica insiste solo nell’aggiungere sostegni a favore anche delle attività culturali e infrastrutture produttive, facendo finta di non capire che senza criteri, stabiliti ascoltando le esigenze del territorio, e senza quel realismo concreto che agganci la realtà, di una ricostruzione che non va perché è lenta, a chi invece vorrebbe inventarsi un lavoro, ripartendo dalle vocazioni turistiche ed agroalimentari e non solo, riusciremo a far poco per tornare a vivere. Le voci critiche e civiche del dopo sisma si sono spente, e quando non si sono spente hanno spesso cercato solo una dimensione utile ai loro progetti, non rifiutando affatto l’appoggio di quella politica, che fino alle elezioni comunali del 2012, al contrario rifuggivano. E in questi nuovi connubi, non mi meraviglierei se quella stessa politica stesse lavorando ad un 5% che sostenga anche le loro attività culturali. Il che senza criteri trasparenti, potrebbe voler dire qualsiasi cosa. E il fatto che si lavori alla nuova legge per la ricostruzione nelle segrete stanze e neanche una voce critica, si sia ancora alzata, mi fa pensare male.