13 Giu 16

Partecipazione, i fantasmi di Cialente

Non trovo le coordinate per capire come può, l’amministrazione aquilana, da un lato gioire del lancio del Festival della Partecipazione, che ha pure un sito, parla di attivismo civico, recluta giovani che vogliono partecipare e lavorare per la cosa civica, condividere, rallegrarsi insieme, con l’assessore Pelini che abbraccia questa cosa bellissima che è la partecipazione, per poi trovarsi puntualmente in Consiglio comunale, difronte agli eletti, a dover fare marcia indietro sulla gran parte delle scelte strategiche per L’Aquila, che a parte Cialente e la sua Giunta, quindi pure Fabio Pelini, non conosce mai nessuno se non a cose fatte. E’ andata così con la centrale a biomasse di Bazzano, di certo voluta da Cialente e dall’allora assessore Moroni, poi si sono sollevati i territori e si sono lavati le mani, colpa degli uffici, quindi la volta di qualsiasi legge sulla ricostruzione da portare a Roma, sempre vista nelle segrete stanze e poi portata all’ultimo momento in Consiglio, sotto la scure del ricatto dei tempi brevi per non perdere il treno dei finanziamenti. Mai una scelta condivisa perché all’Aquila si perde sempre qualche treno. Di recente il Masterplan per il sud, accocchiato da un sindaco in solitaria, ma ha dovuto rimangiarsi tutto perché anche quelle scelte, non erano state condivise né con il Consiglio né con i cittadini, per arrivare alla seduta consiliare di oggi, con una mozione proposta dai consiglieri Masciocco e Perilli e sposata dai colleghi, per dire no alla variante sud della Statale 17, lotto C, perché impattante ed i territori non la vogliono. Il primo cittadino dovrà rimangiarsi la parola, perché dovrà dire all’Anas devo informare, consultare e co progettare se no non mi passa più niente. Qualche settimana fa, proprio Masciocco e Perilli non gli hanno votato il bilancio tecnico di previsione, in attesa che il Pd di Renzi, partito del sindaco, decida di girare i milioni che servono a chiudere la manovra ma una crisi di maggioranza Cialente l’ha evitata, non si suiciderebbe mai, politicamente, a questo punto della sua fine amministrativa. La partecipazione con lui non c’è mai stata, tantomeno la trasparenza, oggi Pelini rilancia un Festival, speriamo non diventi una sagra o peggio ancora un fantasma come l’Urban center, scatola vuota di partecipazione mai nata e voluta.

Nella foto, il presidente dell’Urban center Maurizio Sbaffo.