29 Lug 21

Parco Sirente Velino, legge da rivedere

Questa mattina all’Aquila i rappresentanti delle associazioni WWF Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Pronatura Abruzzo, Mountain Wilderness, CAI Abruzzo, Salviamo l’Orso, Touring Club Italiano, Dalla parte dell’Orso, Orso and Friends, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino hanno fatto il punto dopo l’impugnativa per incostituzionalità della Legge regionale taglia Parco.

Il Consiglio dei ministri, con una lunga e dettagliata argomentazione, ha impugnato la legge della Regione Abruzzo che ha tagliato il Parco regionale Sirente Velino, la n.14 dell’8 giugno 2021, ricordano le associazioni in una nota, evidenziando come talune disposizioni si pongano in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza e violano l’articolo 117, secondo comma lettera g), h), l) e s) della Costituzione, richiamando in proposito numerose sentenze della Corte Costituzionale.

L’articolato testo dell’impugnativa del Consiglio dei Ministri solleva e sottolinea una serie di illegittimità costituzionali che sarebbero presenti nella legge regionale, dal mancato coinvolgimento degli enti locali,  considerato che le deliberazioni dei Comuni attengono non a questa legge ma ad un’altra mai approvata, alla violazione dei principi del PATOM, Piano per la Tutela dell’Orso Marsicano, che potrebbe determinare anche procedure di infrazione da parte della Unione Europea e rendere più difficile l’eventuale accesso ai fondi del Pnrr e delle norme in vigore nei Siti Natura 2000, dal profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza alla tutela paesaggistica, andando in totale contrasto con il Piano Paesistico attualmente vigente determinando gravi disparità di trattamento per i cittadini in quanto consentirebbe il rilascio del condono edilizio anche per edificazioni che non sarebbero state condonabili.

Emerge in particolare una criticità di fondo nell’impostazione della legge regionale sulla gestione del Parco del Sirente Velino, quella di affidare la conservazione della natura, bene comune che riguarda l’intera collettività regionale e nazionale, a logiche puramente localistiche, proprio quello che le associazioni ambientaliste hanno sempre contestato e che ha sostenuto e dato vigore a tutta la movimentazione condotta nell’ultimo anno. L’impugnativa del Consiglio dei ministri esplicita proprio questo concetto: la disciplina delle aree protette rientra nella competenza esclusiva dello Stato e le Regioni possono soltanto determinare maggiori livelli di tutela, ma non derogare alla legislazione statale, insomma deve essere sempre garantito il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale, che invece la riperimetrazione attuata sembra non assicurare.

Le associazioni ambientaliste, in attesa del pronunciamento della Consulta, rivolgono un appello alla Giunta regionale e al Consiglio per le rispettive competenze: si abbandoni la scellerata politica del baratto municipalistico in danno al grande patrimonio naturalistico del nostro territorio e alla scientificità che esso richiede, prima di perdere, oltre che la faccia, anche i fondi del Pnrr, a causa della crescente perdita dei necessari requisiti di credibilità, si prenda in mano la situazione, si apra un tavolo di confronto, di ascolto e di nuova programmazione del territorio e si riveda la legge, senza aspettare la sentenza. Auspichiamo una profonda riflessione anche da parte del neo presidente del Parco Francesco D’Amore che, in qualità di presidente della comunità del Parco, tanto ha sostenuto, insieme al commissario Igino Chiuchiarelli ora decaduto, questa legge inadeguata e profondamente sbagliata.

Potrebbe essere una preziosa occasione per una rinnovata interlocuzione con tutti gli attori del territorio, la Regione Abruzzo, le amministrazioni comunali, le associazioni ambientaliste e le comunità locali, dichiarano le associazioni. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a dare un fattivo contributo al dibattito, abbiamo in programma di incontrare i cittadini e di condurre un dialogo aperto che evidenzi le problematiche e le criticità presenti nelle aree del Parco regionale per far emergere le grandi potenzialità di questo territorio che risiedono proprio nel suo valore ambientale, paesaggistico e storico e i conseguenti punti di forza sui quali costruire il rilancio dell’area protetta che tanto abbiamo richiesto e auspicato da anni.  Si avvii anche una nuova fase del Parco che da sempre è stato considerato terra di conquista per le maggioranze politiche che si sono alternate nell’amministrazione della  Regione Abruzzo e che invece avrebbe bisogno di competenze, capacità innovativa, spirito di iniziativa e adeguate risorse finanziarie.