29 Lug 21

Antiche faggete, habitat di flora e fauna

Il più grande sito seriale Patrimonio mondiale dell’Unesco ‘Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa’ diventa più grande con l’ingresso di sei nuovi Paesi, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Francia, Macedonia del Nord, Polonia e Svizzera. Questa estensione aggiunge, alla rete europea, 15 nuove faggete. E potrebbero entrare anche altre aree forestali di pregio in altri Paesi. L’intero sito del Patrimonio mondiale comprende le poche foreste europee rimanenti di faggi primordiali e le faggete  vetuste, secolari, rimaste quasi inalterate dall’uomo, ricorda in una nota l’ente Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

Con 94 faggete distribuite in 18 paesi europei, a livello globale è l’unico sito di questo tipo che collega così tante componenti.

Copre aree in Albania, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Croazia, Repubblica Ceca, Macedonia del Nord, Polonia, Romania, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ucraina, rappresentando attualmente il sito seriale con la proprietà più vasta. Ciò richiede una collaborazione oltre i confini e testimonia lo stretto rapporto della faggeta con la cultura europea.

Tutto è iniziato nel 2007 con il riconoscimento di 10 aree nella Repubblica Slovacca e in Ucraina come ‘Faggete primordiali dei Carpazi’: un patrimonio mondiale transfrontaliero fin dall’inizio. Con l’iscrizione delle ‘Antiche faggete della Germania’ nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità nel 2011, il sito è stato ampliato di cinque nuove componenti cui si sono aggiunte, nel 2017, ulteriori 63 aree dislocate in 10 Paesi europei.

Ogni faggeta vetusta è unica a livello globale per le caratteristiche di clima, suolo, flora e fauna. Il faggio ha dimostrato di essere perfettamente adattabile a diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche. È una specie molto competitiva e si afferma un po’ ovunque: dai terreni ricchi di calcare a quelli sabbiosi poveri di nutrienti, dalla montagna alla pianura, da condizioni più umide a quelle più aride. Il nostro sito del Patrimonio mondiale riflette quasi l’intero spettro dei tipi di faggete dalle montagne al mare, si legge ancora nella nota.

Unica a livello globale è anche la storia di espansione del faggio. La sua storia di successo inizia 12mila anni fa, alla fine dell’ultimo periodo glaciale, allorquando, uno spesso strato di ghiaccio copriva vaste parti d’Europa. Le foreste di faggio erano sopravvissute solo come piccoli resti nell’Europa meridionale. Con l’innalzamento della temperatura e lo scioglimento dei ghiacciai, il faggio ha cominciato ad espandersi verso nord, dalle sue aree di rifugio.

Questo processo di ricolonizzazione di vaste sezioni di un continente da parte di una singola specie arborea è ancora in corso ed è unico al mondo.

Nonostante il predominio di una singola specie arborea, la faggeta è l’habitat preferito di moltissime specie di flora, fauna e funghi. I boschi di faggio sono ombrosi, bui in estate e possono anche sembrare poveri di specie rispetto ad altre foreste miste di  latifoglie. Questo, tuttavia, non è valido per una faggeta primordiale o vetusta: i boschi di faggio con un’elevata quantità di alberi vetusti, legno morto in piedi e a terra, forniscono un habitat ideale per molte specie di flora e fauna. Si stima che le foreste di faggi ospitino fino a 10mila specie di animali. È quindi un patrimonio mondiale con un futuro. Un capolavoro in continua evoluzione e senza confini.

 

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