04 Dic 15

Orvieto, per l’Umbria Jazz winter

Umbria Jazz, nella sua versione invernale, si terrà ad Orvieto dal 30 dicembre al 3 gennaio. Appuntamento fisso dal 1993 con jazz, blues, gospel, soul ad ogni ora del giorno fino a tarda notte. Orvieto è un appuntamento importante per il jazz e quest’anno, in occasione della 23esima edizione, l’attenzione torna soprattutto ad essere puntata sul jazz italiano diventato ormai per importanza e originalità il secondo a livello mondiale ha dichiarato Renzo Arbore, presidente onorario della Fondazione Umbria Jazz, presentando il programma della manifestazione, quest’anno particolare attenzione sarà riservata allo swing, ma anche al ritorno del gospel e del blues. Cento eventi nei luoghi della città, dal Teatro Mancinelli al Palazzo del popolo, dal Palazzo dei Sette al Museo Emilio Greco al Malandrino Bistro, le strade di Orvieto saranno piene di gente. Un’attenzione particolare sarà riservata al centenario della nascita di The voice Frank Sinatra, che sarà omaggiato da Kurt Welling con due concerti tributo, Elling Swings Sinatra insieme a una big band di 17 elementi, si alterneranno poi Jarrod Lawson, pianista e cantante del panorama soul jazz, la musica strumentale del brasiliano Romero Lubambo, la coppia Lewis Nash alla batteria e Steve Wilson al sax alto. Grande interesse per il jazz italiano con Paolo Fresu, che presenta Vinodentro ispirato al romanzo di Fabio Marcotto, il quartetto Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Enzo Pietropaoli e Marcello di Leonardo, che renderanno omaggio ad Ornette Coleman con The Golden Circle, e ancora l’omaggio a Duke Ellington di Fabrizio Bosso, Danilo Rea nel progetto che unisce i Beatles e i Rolling Stones in piano solo, ed i Dirty 6 guidati dal pianista Claudio Filippini. E poi ancora il gospel di Light of Love Gospel Singers, il quartetto swing di Larry Franco, i Dirotta su Cuba, il quartetto italiano Beatbox, il musicista busker Vince e le esibizioni continue della marching band Funk Off che animerà le strade del centro storico della città. Il jazz è una musica da conservare, ha sollecitato Arbore, lanciando un appello alle istituzioni perché investano anche sul jazz e la sua cultura.