06 Giu 14

Solo litigi contro la gente che aspetta

Ogni giorno cerchiamo di credere e di non perdere la speranza di poter riavere una bella città vivibile e all’avanguardia, dove ripresa economica, lavoro e cultura diventino i soli protagonisti. Grandi architetti, le belle passeggiate di prima e un centro storico medievale e in pietra dove turisti e studenti universitari quintuplicati, la facciano tornare città di giovani e studenti. Contro ogni fatto giornaliero che al contrario toglie ogni speranza, sfibra e mostra il volto di una politica troppo piccola per affrontare un’impresa così grande. Continuano a parlare solo di case, di soldi che non arrivano mai e di un piano per cui ci sarebbero subito 4miliardi di euro, starebbe trattando personalmente Cialente, senza dover intaccare il bilancio dello Stato. E’ bastato il ragionevole dubbio sollevato da Paolo Aielli, responsabile dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, ed anello di congiunzione tra Roma e L’Aquila, per scatenare veleni e rinfacci allucinanti. Senza rispettare una città, costretta a leggere di conferenze stampa congiunte, tra assessorato alla ricostruzione e Ufficio speciale che andavano a braccetto sui successi delle schede parametriche, per poi dover leggere dopo qualche settimana che non è più così ed anzi, l’assessorato di Di Stefano, dubita pubblicamente dell’efficienza di Aielli, che starebbe indietro sull’esame delle schede e dei progetti del centro e delle frazioni, e sarebbe solo un novello commissario su cui il Governo Renzi dovrà prendere una posizione. Hanno prima sfornato il modello di efficienza inattaccabile degli Uffici speciali con il ministro Barca, della stessa parte politica degli amministratori, oggi smentiscono, senza tener conto di una città a pezzi, moralmente, socialmente ed economicamente, vogliono solo che Aielli torni al proprio posto. Che poi siano fuori da ogni realtà finanziaria e contabile dello Stato, ignari di una crisi senza eguali nella storia è un altro ragionamento che interessa loro poco. Mentre i sudditi sono costretti ad assistere e ad aspettare che passi.