30 Dic 20

Crisi in Comune si fa sempre più livida

In Consiglio comunale è mancato ancora una volta il numero legale, la partita è principalmente aperta con la Lega, che non ha intenzione di cedere: i tre assessori devono tornare tutti nella squadra di governo civico altrimenti è guerra aperta. Ma il sindaco Biondi lancia un ultimatum, a questo punto le strade possono essere solo due: o dimostrare responsabilità, rispetto delle istituzioni e confronto leale con tutte le componenti dell’attuale maggioranza oppure, in mancanza di questi requisiti, bisogna essere pronti ad affrontarne tutte le conseguenze. 

Il sindaco Biondi

Al voto anticipato? Il primo cittadino non molla, ritengo di aver dimostrato fin troppa pazienza, scrive ancora in una nota, occupandomi di beghe da cortile e dichiarazioni improvvide, sottraendo tempo prezioso alla soluzione delle decine di problemi ereditati dal malgoverno del centrosinistra. Se qualcuno ritiene che sia utile strategicamente allearsi con i responsabili della catastrofe in cui era piombata L’Aquila è libero di farlo, i miei migliori auguri, ma io non ne sarò complice: ho costruito la mia reputazione di amministratore pubblico sul principio irrinunciabile di non cedere alle lusinghe né ai ricatti, di qualunque genere. Quella stessa reputazione che ha consentito al centrodestra, nel 2017, di passare dal 35% del primo turno al 53% del ballottaggio, per cui non intendo mortificarla ora.

Dunque se continua così tutti a casa? Conoscendo Biondi non avrebbe alcun problema, al contrario contando uno a uno i consiglieri di maggioranza non c’è da giurarci: quando gli ricapita di tornare in Consiglio con una manciata di voti in tasca? E quando gli ricapita di dettare il bello e il cattivo tempo svolazzando di gruppo in gruppo? Abbiamo assistito dall’inizio della consiliatura a 2mila 567,6 salti della quaglia in casa solo per un posto, un incarico, uno strapuntino, una delega in Giunta ancor prima di pensare alla città.

Una città che dovrebbe comunque interrogarsi sulle proprie preferenze elettorali, perché se questo è il risultato, abbasso la democrazia.

Americo Di Benedetto

I capigruppo di maggioranza richiamano all’unità e rimpallano ancora una volta ai tavoli regionali mentre le opposizioni rimarcano le distanze con il Passo Possibile, e Americo Di Benedetto, candidato sindaco con Pierluigi Biondi, è pronto a ragionare sul futuro ma non adesso. Cioè se sfida dovrà esserci sarà alle elezioni e alla scadenza naturale del mandato il confronto per il futuro della città si farà tra un anno e mezzo, si farà alle elezioni, eccome se si farà !!! Il confronto ci sarà mettendo gli elettori nelle condizioni di scegliere tra proposte di governo differenti, in linea con le diverse sensibilità politiche che, è chiaro, non sono e non saranno mai conciliabili. Oggi c’è una città da difendere: ognuno faccia la sua parte, che sia in maggioranza o all’opposizione, scrive il gruppo in una nota. E a voler tirare una linea, a voler fare un bilancio, un’assise così dilaniata e mediocre non credo sia mai stata portata in Consiglio comunale, ne paghiamo tutti il conto e continueremo a pagarlo perché nessuno sarà disposto ad andare al voto anticipato, perché uno scranno con dieci voti non gli ricapiterà mai più, ci si scanna per un piatto di lenticchie, ci si azzanna per un principio dietro le quinte, e nel mezzo resta stritolata una città in ginocchio che prova ancora a rialzarsi, dopo 12 anni di inferno, un piccolo purgatorio e di nuovo gli inferi della pandemia e una candidatura a Capitale italiana della cultura dietro l’angolo in cui sperare tutti, da destra a sinistra, anche chi non ci crede, perché se vincessimo avremmo un milione di euro da spendere in un anno e tanta visibilità, ma niente da fare, comandano personalismi, trasveralismi e in particolar modo i moralismi di quanti promettono valide alternative, tutte da inquadrare.