13 Ott 17

Questa città non merita scuole così

Questa città non merita scuole così, le scuole sono il futuro e riqualificare le scuole vuol dire riqualificare una città”. Tommaso Cotellessa è rappresentante degli studenti del Cotugno, in piazza stamattina per protestare con tutte le superiori per la sicurezza e contro la mancanza di certezze. Ha 16 anni, è al terzo anno di liceo e come tanti altri ragazzi aquilani, esuli nella loro città, nel 2009 era poco più che un bambino, cresciuto nel post sisma richiama la politica alle proprie responsabilità non siamo merce elettorale è stata fatta una campagna elettorale su di noi e non lo possiamo permettere, quest’anno è peggio dell’anno scorso, siamo consapevoli che la situazione è grave non vogliamo le scuole subito, ora, ma vogliamo una data certa per tutte le sedi e che venga fuori alla scadenza ogni inadempienza. Corteo da Colle Sapone e sit in alla Villa comunale hanno partecipato tutti gli istituti, le quattro dirigenti, l’intero corpo docente, il Comitato Scuole Sicure ed i genitori spiega Tommaso, l’alberghiero è dentro un Musp scaduto, la durata massima prevista era infatti di cinque anni, la palestra è pronta e pulita ma non è ancora stata consegnata, mentre il laboratorio per la cucina è in un palazzo inagibile da abbattere e non ne sappiamo nulla. Protestiamo anche per il taglio ministeriale delle ore di strumento al liceo musicale, il liceo scientifico ha un certificato di agibilità parziale mentre noi del Cotugno siamo stati smembrati in cinque altre sedi e pesiamo su altri istituti che soffrono perché sovraffollati. Siamo scesi in piazza non per perdere tempo ma per fare scuola, perché fare scuola è anche questo. Ed è solo l’inizio, proseguiremo con campagne di sensibilizzazione, altri cortei ed assemblee cittadine perché tutti devono essere coinvolti, raccontando di una manifestazione e di un corteo tra i 700 ed i 900 partecipanti. Ma come vive un giovane in un luogo terremotato? Non abbiamo spazi, non è una città reale e si dedica poco ai propri giovani ma a me viene un senso del dovere più che di disgusto, dobbiamo pensare al futuro e ai ragazzi che verranno dopo di noi, ad una città vera e per tutti.