06 Nov 14

#italiasicura e i selfie dai cantieri

#italiasicura, messo su dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per il controllo del territorio il superamento della logica dell’emergenza e la messa in sicurezza di scuole, fiumi e case non è altro che un annuncio. Ci sono anche i selfie dai cantieri. Facciamo e cambiamo e intanto non cambia niente, a Carrara un muro per arginare un fiume, fatto quattro anni fa, è franato miseramente sotto il disastro del maltempo, in Sicilia una tromba d’aria ha scaraventato le auto di una concessionaria contro i muri e scoperchiato tetti come fossero scatolette di tonno. La politica urbanistica resta però quella. Perché mentre il Sindaco di Senigallia rivoluziona il Comune retrocedendo terreni edificabili ad agricoli, mai successo, ad Amalfi, dove è in costruzione un mostro sul mare e dove proprio in queste ore si parla di architettura, costruzioni e social housing, vige una recente legge regionale che consente di sanare gli abusi edilizi, anche quelli peggiori e che mettono in pericolo la vita delle persone. L’Italia è un Paese che sceglie comunque la tragedia alla prevenzione è inutile raccontarsi altre favole. L’Aquila, che dal sisma del 2009 avrebbe dovuto imparare e generare una nuova cultura non ha ancora un Piano di Protezione civile adeguato ed utile ad affrontare un’eventuale catastrofe. I cittadini dovrebbero sapere, ma non è sicuro lo sappiano, in quale piazzale adunarsi, in caso di terremoto o chi sa cos’altro, ma queste aree non sono attrezzate, sono per lo più parcheggi di supermercati o zone dismesse, per cui in caso di disastro sarà peggio di prima. Di quasi sei anni fa, quando una Protezione civile potente, che agiva in deroga e spendeva miliardi di euro senza gare, senza appalti e senza la trasparenza della spesa pubblica, arrivò all’alba del 6 aprile per impiantare tendopoli e distribuire viveri e beni di ogni necessità, oltre a tanti sperperi. La maggior parte dei Comuni non è organizzata con Piani di Protezione civile veri, a Roma oggi le scuole sono chiuse perché il Sindaco Marino, preoccupato di un disastro, ha fermato tutti e consigliato di non uscire se non strettamente necessario. E’ l’Italia dei paradossi, ci si organizza perché si teme il peggio ma se il peggio arrivasse all’improvviso sarebbe l’ennesima catastrofe.