05 Set 14

In centro storico d’inverno è dura

In India sorgeranno cento smart city, una sarà pronta tra qualche anno e sarà sede della finanza, alimentata ad energia solare e capace di raccogliere automaticamente i rifiuti e riciclare le acque di scarico, il futuro, per un Paese che esplode economicamente, se ne infischia del riscaldamento del pianeta e procede verso la crescita esponenziale della propria ricchezza, per pochi, infischiandosene delle povertà e di quanto costerà socialmente, la scelta di fare cento smart city. Le città intelligenti e all’avanguardia. L’India deve fare quello che deve fare, deve esplodere per poi regredire, come accade in Europa dove tutto è decadenza ormai e ad osservare quanto accade nel mondo, cosa cambia o cosa si muove non possiamo non vedere cosa non accade all’Aquila da cinque anni. E riuscire a guardarsi bene dal di fuori, con spirito critico e lucidità nonostante sia fortissima la consapevolezza che la città è in affanno, restituisce il grado di vitalità che ancora potrebbe muovere una comunità. Pensiamo per esempio alle ricariche elettriche, per auto elettriche, che dovrebbero essere posizionate in stazioni in centro storico una volta finiti i lavori, era una bella idea cinque anni fa, oggi sembra fantascienza. Cinque anni fa eravamo certi di tornarci presto in centro, di rivedere il tabaccaio lì, il fornaio là, gli uffici, il mercato e la gente oggi nessuno ne è più tanto sicuro, quelle poche strutture che hanno finito i lavori e che dovrebbero riaprire con i negozi che c’erano, non riapriranno, i negozianti non s’azzardano, hanno paura per i guadagni, troppo degrado la sera, troppo buio d’inverno, troppo rischioso. Anche i residenti si sono raffreddati, cominciano a pensare all’umidità dei vicoli, alla poca luce e al sole che non avrebbero più, lasciando la periferia dopo cinque anni. Un lustro, le abitudini che cambiano in fretta, è cambiata la vita, la città non tornerà più com’era e le linee digitali che pensavamo di avere come risorsa e a portata di mano cinque anni fa oggi diventano un’aspirazione a cui poter mirare forse un domani, perché prima bisognerà sconfiggere il degrado, lo spopolamento e l’abbandono.