09 Giu 21

Gufetti e pulli caduti, non prendiamoli

In questi giorni sono sempre più frequenti i casi di persone che raccolgono piccoli uccelli che hanno appena lasciato il nido per consegnarli agli esperti della Stazione Ornitologica o, come previsto dalla legge, ai Carabinieri Forestali.

Salvo nel caso di evidenti rischi per la presenza di gatti, cani o altri pericoli nei paraggi i pulli di  merli, rondini, ghiandaie, cardellini, civette e di tante altre specie sanno bene come difendersi e anche se apparentemente caduti dal nido sono semplicemente intenti ai primi voli e vengono costantemente sorvegliati ed alimentati dai genitori durante quei pochissimi giorni necessari per imparare a volare bene e ad allontanarsi dai rischi, spiega in una nota Stazione Ornitologica Abruzzese.

Raccoglierli per alimentarli artificialmente allontanandoli dal nido non è il modo migliore per aiutarli ed anzi sono in tanti quelli che non sopravvivono nonostante le cure degli esperti.

Il modo migliore per intervenire è quindi cercare semplicemente di riportarli su un ramo o un punto elevato dove potranno continuare ad essere alimentati dai genitori.

Un esempio di come comportarsi è stato quello riguardante un pullo di gufo comune raccolto in questi giorni alla base di un albero nel centro del paese di Scanno portato al Centro Recupero Animali Selvatici dei Carabinieri Forestali di Pescara per salvarlo, nonostante si trattasse di un gufetto ben cresciuto e già in grado di svolazzare.

Grazie alla collaborazione dei volontari della SOA con il Centro Recupero è stato possibile intervenire subito per riportare l’animale sul posto, il gufo, appena liberato, si è subito riunito ai quattro fratelli salendo su un albero dove erano tutti al sicuro e pronti ad essere accuditi secondo le regole della natura.