18 Gen 14

Faide pre elettorali e i #dimettiamoli

Al Parco del Castello, nei due tendoni messi su per sostenere Cialente non c’erano le migliaia di persone attese, giusto un po’ d’apparato regionale, qualche parlamentare ed una maggioranza tirata per dire a Cialente di restare. Senza di te, andrà peggio. Appelli sempre più spenti, con i media contro, i pezzi grossi del partito praticamente dissolti, ed un articolo de Il Sole24ore, uscito stamattina che fa a pezzi tutti. Denuncia lo strapotere del triumvirato, cioè della triade Lolli Pezzopane Cialente che ha in mano la città da anni, ed ancora i miliardi per ricostruirla, le famiglie che controllano, ed i poteri terminali di questa politica, descritta dal giornalista Mariano Maugeri, direttamente a Roma, in Vaticano, al Viminale, nel Consiglio Superiore della Magistratura, a Palazzo Chigi, e qualsiasi scelta fatta da Cialente in questi anni, avrebbe sempre avuto la benedizione di certi ambienti. Un articolo inquietante, pubblicato a quattro colonne sul più prestigioso quotidiano d’informazione economica del Paese, a dire la verità su L’Aquila, che poggia su un Piano regolatore del 1975 nonostante un terremoto devastante, a cui sono seguiti scempi urbanistici su suoli agricoli per migliaia di appartamenti d’emergenza, centinaia di scuole, di edifici ecclesiastici provvisori ed ancora casette temporanee, circa tremila, in attesa di proroga o di sanatoria. Ed un abuso urbanistico eccellente, del magistrato Fabio Picuti, che dovrebbe garantire al contrario, i più grandi processi del post terremoto, dunque la legalità. Un articolo che sprofonda il capoluogo, e se per caso ieri, il Pd, dopo l’adunata al Parco del Castello, ragionava sul come far tornare Cialente vincente, oggi è tutto da ripensare, tutto più sbiadito ed il capoluogo sempre più isolato. La città pare essersi tirata indietro, in piazza Duomo, al secondo appello dei #dimettiamoli, non c’è stata la stessa partecipazione di una settimana fa, gli aquilani restano indifferenti, è verissimo, ma sono anche stanchi, volevano reagire ad un certo andazzo e sono scesi in piazza una settimana fa, ma non ci stanno al gioco delle parti, dove i pro Cialente vanno nei tendoni al Parco del Castello per scongiurare le elezioni, mentre chi si candida all’opposizione, va il giorno dopo in piazza Duomo per prepararsi le proprie mentre l’Italia ci guarda incredula.