La pandemia ci ha fatto chiudere, ma non ci ha spento. Abbiamo scoperto le potenzialità di una coesistenza tra reale e virtuale, abbiamo inaugurato la sede all’Aquila e riaperto al pubblico Casa Balla. Ma soprattutto abbiamo pensato e studiato, ci siamo chiesti come diventare utili in una situazione di sindemia. Abbiamo trovato le risposte nell’idea di New European Bauhaus sostenuta dall’Europa: la crisi ci richiede audacia, come nell’incredibile stagione di cambiamento rappresentata dal Bauhaus nel Novecento, spiega Giovanna Melandri presidente della Fondazione MAXXI che lo gestisce.
Una serie di interventi integrati da fare entro il 2026, con la progettazione di un nuovo edificio, MAXXI Hub, di un corridoio verde attrezzato, produttivo e fruibile, MAXXI Green, allineato lungo via Masaccio e con la riqualificazione degli spazi esistenti, nel segno della sostenibilità.
Per l’Hub e lo spazio Green, che ospiterà orti urbani per approvvigionare i ristoranti del museo e interventi site specific di artisti e paesaggisti, è stato indetto un Concorso internazionale di idee, la commissione è costituita da Giovanna Melandri, Petra Blaisse, Maria Claudia Clemente, Mario Cucinella e Lorenzo Mariotti e proclamerà un vincitore il 10 giugno 2022, scegliendo tra i progetti pervenuti entro il 13 maggio.
Un primo elemento concreto è il concorso di idee per ridisegnare il fronte nord del nostro sito museale. È un’operazione molto ambiziosa che vogliamo realizzare in tempi brevi, spiega la responsabile della sezione architettura del MAXXI, Margherita Guccione, ad Artribune. Il concorso riguarda un edificio polifunzionale e una spettacolare fascia di verde urbano che investirà la piazza e riempirà la sequenza degli spazi pubblici del museo. Il nuovo edificio dovrà articolarsi su due livelli, con giardino pensile sul tetto, collegato al nuovo corridoio green, e metterà insieme diverse attività. Sarà polo di ricerca e sviluppo, coniugando creatività e information technology; centro d’eccellenza per il restauro del contemporaneo e spazio di formazione specialistica, per valorizzare nuove professionalità.
Un edificio all’avanguardia anche sotto il profilo dell’efficienza energetica. Si interverrà sugli impianti di climatizzazione, sull’illuminotecnica e su 3mila metri quadri di coperture con il fotovoltaico, ci piacerebbe essere un prototipo virtuoso nell’utilizzo del fotovoltaico su architetture monumentali, aggiunge Melandri.
Il Grande MAXXI sorgerà dunque nello stesso sito dell’attuale MAXXI a Roma, in collaborazione con il Ministero della Difesa, fin dalla nascita infatti, per intuizione dell’allora ministro Beniamino Andreatta, furono ceduti gli spazi dismessi del demanio della Difesa e lì sarebbe nato il museo. A breve il Protocollo d’Intesa che trasferirà nuovi spazi, adiacenti al sito, dal demanio alla Fondazione, in cambio, rileva Artribune, il Ministero della Difesa riceverà dal MiC un sostegno economico per il rilancio dei musei militari. MAXXI e Difesa costituiranno insieme una Comunità Energetica nel segno della sostenibilità.
Imprescindibile l’inclusione e l’accessibilità, MAXXI Technology, agevolerà invece il costante upgrade digitale del museo, facilitando la fruizione delle collezioni e incentivando gli artisti a esplorare il mondo del metaverso come strumento espressivo.
Spesa prevista 42mln di euro, di cui 37,5 disponibili come somma di diversi stanziamenti: 15 milioni del Piano strategico Grandi progetti Beni Culturali; 20 milioni dal Fondo MIMS per gli interventi infrastrutturali; 1 milione e 200mila euro del PNRR di competenza del MiC. I lavori per la realizzazione del nuovo edificio inizierebbero nel 2023, per concludersi nel 2026.
Sarà davvero tutto così facile?
Il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo fu inaugurato a Roma nel 2010, il 2021 è stato l’anno del raddoppio all’Aquila, nonostante i numerosi rinvii per la pandemia. Il Grande MAXXI, con 15mln di euro già dedicati sarà un nuovo edificio, e non solo, come abbiamo visto, nella parte nord del lotto di pertinenza dell’ente museale, che oggi è nient’altro che uno spiazzo abbandonato, in attesa di rigenerazione.
E chi sa se L’Aquila, riuscirà ad agganciare anche questa nuova sfida internazionale.