27 Gen 15

Coste e sdruccioli, muschi e monnezza

Il fatto che i lavori ancora non partano nella gran parte del centro storico e delle frazioni aquilane, non vuol dire che bisogna abbandonare tutto al degrado, all’incuria, al parcheggio selvaggio, ai sensi vietati e al facciamo come ci pare, riempiamo vicoli e sdruccioli di monnezza tanto non ci dice niente nessuno. Ed è proprio questa sciatteria, a far sentire chiunque si addentri nelle zone rosse e abbandonate del centro, libero di fare come vuole.

Ho fatto un giro per Costa Masciarelli, tra sdruccioli e vicoli, in via Fortebraccio, a Costa Due Stelle c’è una vasca da bagno abbandonata sul selciato, più giù un carretto di legno, mancavano solo i ciuchi. L’abbandono è un pugno nello stomaco, perché dove finisce il rispetto di un centro storico e inizia la barbarie finisce sempre una comunità, e infatti sbucando su piazza Bariscianello, con un paio di cantieri all’angolo in basso, spiccano le nicchiette piene di scritte inutili alle quali ormai, a parte l’indignazione all’indomani del restauro regalato dall’Ance, abbiamo fatto il callo.

Non si capisce più dove finisce la zona rossa, perché le transenne sono divelte e se i proprietari per andare nella loro casa devono chiamare i Vigili per essere accompagnati, chiunque altro si addentri in quelle zone fa come crede, nella gran parte degli ingressi delle abitazioni ci sono vetri rotti e tracce ovunque di forzature per entrare e rastrellare ciò che resta di quella vita. A qualche residente hanno cercato perfino di rubargli la piccola soglia in pietra dell’ingresso angusto in cui abitava. Tra muschi, erbacce alte, scarpe vecchie, vasi rotti, umidità e rovine.

Neanche il taglio delle erbacce a Costa Masciarelli o a Costa Picenze, non è un buon segno, le macchine che pistano in controsenso su via Fortebraccio confermano che la città è stata strappata alla comunità quella notte e da allora è terra di nessuno.

E gli aquilani restano relegati nei quartieri dormitorio delle periferie a inventare una nuova vita che non c’è e a piatire l’apertura di un centro d’aggregazione, per incontrare qualcuno e non lasciarsi morire.