09 Gen 15

L’innovazione urbana di Copenaghen

Dal decimo rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano dell’Ispra, presentato a dicembre, riprendo e riporto l’esempio di città europee che per una corretta pianificazione urbana si sono aggiudicate l’European Green Capital Award, il premio che l’Unione assegna dal 2010 per standard ambientali di elevata qualità, risultati nel campo dell’innovazione urbana in termini smart e per modelli che favoriscono il riuso. Copenaghen è la capitale verde 2014, scelta tra Bristol e Francoforte. La città ufficiale della bici con i suoi 2 milioni di abitanti, 40mila ciclisti al giorno ed oltre 160 km di piste ciclabili, corsi d’acqua puliti, una rete alberghiera orientata al green, cucina a km zero, pianificazione legata alla terra ed agli spazi verdi, gestione urbana imperniata su eco innovazione e mobilità sostenibile, governance applicata al miglioramento del sistema socioeconomico, con una riconosciuta capacità di comunicare e sensibilizzare i cittadini sui temi ambientali. Roba da togliere il fiato, ad una città da ripensare come L’Aquila che nemmeno prova, a raggiungere certi standard. A Copenaghen, rileva il Rapporto, la nuova architettura progetta edifici e infrastrutture capaci di coniugare validità ecologica e rispetto delle preesistenze. Il Five Finger Plan, piano urbanistico del 2007, si era focalizzato sul recupero delle aree di espansione degradate. L’attuale strumento di pianificazione urbana e la nuova visione di futuro è costituita dal climate master plan for Copenhagen dove la complessità dei temi da affrontare ha suggerito la copertura di tutti gli edifici con giardini pensili e nelle strade un sistema di viali d’acqua che confluiscono in un unico bacino di raccolta. Le cosiddette aree verdi e blu del masterplan, replicabili in altri contesti e inserite al centro della città, svolgono funzione di drenaggio per i sempre più frequenti fenomeni di allagamento e funzione di recupero per l’acqua piovana resa così risorsa. Il quartiere di Nordhavn, frutto di recupero di aree portuali dismesse e della costruzione di un’area ad uso residenziale e pubblico, è ispirato al concetto della five minute city con mobilità ciclabile, uso delle rinnovabili e recupero dell’edilizia esistente. Ragionamenti improponibili in un contesto arretrato come quello aquilano, ma bisogna sapere ciò che ci accade intorno.