10 Feb 21

Bussi, messo in sicurezza meno del 10%

Una nuova relazione dell’Arta dell’8 febbraio evidenzia che i lavori di messa in sicurezza di emergenza delle discariche 2A e 2B di Bussi, tanto sbandierati dal ministro Costa e dal sottosegretario Morassut, vanno talmente a rilento che di questo passo solo per terminare la copertura leggera ci vorranno 34 mesi, e non si tratta della bonifica, così in una nota il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.

Stiamo parlando di quelle attività che secondo la legge andrebbero messe in atto al momento della scoperta dell’inquinamento, per evitare che continui la fuoriuscita delle sostanze tossiche da un sito. Un’area già sequestrata nel 2007, 14 anni fa, ri-sequestrata nel 2014 e per le quali Edison è stata individuata come responsabile della contaminazione a giugno 2018, due anni e mezzo fa. Si tratta, peraltro, di realizzare un capping definito leggero, a carattere provvisorio, in attesa dei futuri interventi di bonifica, sottolinea il Forum.

I tecnici dell’Arta hanno rilevato che a fronte di un’area di intervento pari a 25mila 460mq, è stata realizzata la copertura di meno del 10%, nel tempo previsto dal cronoprogramma approvato per effettuare la Mise dell’intera area. E visti i tempi finora impiegati per l’esecuzione dei lavori sopra citati, se si dovesse mantenere la stessa velocità d’intervento, si potrebbe ipotizzare il completamento delle attività di capping leggero in ulteriori 34 mesi.

Certificano, quindi, il ritardo rispetto ai tempi indicati nel cronoprogramma approvato, che prevedeva il completamento del capping di tutte le aree entro due mesi dall’ultimazione delle indagini dirette, avvenuta il 25 novembre 2020, bisognava concludere quindi entro il 25 gennaio 2021.

Anche le analisi sono in ritardo, con riferimento alle attività di controllo eseguite, scrive l’Arta, i campioni prelevati in contraddittorio delle matrici acqua sotterranea, terreno e rifiuto, si evidenzia la mancanza delle risultanze analitiche dei campioni prelevati dalla società sui rifiuti industriali e terreni delle discariche e delle acque sotterranee. Tale risultanze secondo il cronoprogramma erano attese dalla seconda settimana di attività delle indagini dirette, in modo da consentire la valutazione, in fase di esecuzione, di eventuali e ulteriori approfondimenti.

E comunque le acque campionate in contraddittorio mostrano numerosi superamenti delle CSC, tra cui Tetracloroetilene, Tricloroetilene, Cloruro di vinile ed Esacloroetano.

Il Ministero ha puntato tutto su Edison, cancellando pure la gara per la bonifica integrale e questi sono i risultati. A nostro avviso, rileva ancora il Forum, considerate anche le competenze che sono assegnate chiaramente per legge sui Siti Nazionali di Bonifica, il principale responsabile della desolazione di quanto sta avvenendo a Bussi e a Piano d’Orta è il Ministero dell’Ambiente. Dal 2008 il sito è sotto la sua responsabilità.

Le tempistiche imposte dalla legge per la messa in sicurezza e le bonifiche sono totalmente saltate. Da oltre un anno non si fanno neanche più le conferenze dei servizi, l’ultima è del 26 giugno 2019. Neanche il più piccolo dei Comuni abruzzesi mantiene procedimenti amministrativi aperti per oltre un decennio. In altri Paesi europei in 10 anni hanno risanato intere Regioni, come la Ruhr. Con l’unica parentesi della dirigente Laura D’Aprile, l’attività del Ministero si è contraddistinta per scelte cervellotiche e inspiegabili. Davanti a questo disastro e al comportamento ministeriale, ci chiediamo: la Procura di Pescara non ha nulla da dire?