04 Lug 16

Lista della spesa, siamo agli sgoccioli

Sta per finire il tempo della lista della spesa. A causa del sisma, lo Stato ha garantito all’Aquila sui 30milioni di euro l’anno per chiudere il proprio bilancio, privato dalle minori entrate e appesantito dalle maggiori spese. Quest’anno però, la De Micheli ha demandato all’Ufficio speciale per la ricostruzione di verificare la congruità della richiesta aquilana di 28milioni 602mila 971 euro e il responsabile Raniero Fabrizi, ha rilevato delle criticità riconoscendo circa 19milioni di euro, con 4milioni e 71mila da verificare, girando di fatto col recente decreto Enti locali solo 16milioni di euro. E con tale balletto di cifre e fondi, L’Aquila nei prossimi bilanci avrà la strada tutta in salita, avendo un Sindaco, Cialente, che con non poca arroganza, ha paragonato le verifiche Usra allo scontrino delle patatine che abbiamo comprato ai bambini della quinta elementare della scuola De Amicis, sì, e quelli della scuola Patini. E’ a verbale della seduta di Consiglio del 30 aprile scorso. Di fatto i 9milioni tagliati da Fabrizi sono stati chiesti per i precari, che avrebbero dovuto essere a carico del Comune; per tasse abolite dal 2012, come quella sui consumi per l’energia elettrica; per fondi di riserva e svalutazione crediti non associabili al sisma; per interessi passivi dovuti alla gestione corrente e per attività culturali, sportive e ricreative non meglio motivate. Oltre a compartecipazioni Irpef e proventi per imposte da recuperare per cui l’Usra, specifica ulteriori verifiche per 4milioni e 71mila euro. Questa è la lista della spesa che Cialente ha presentato a Roma, aumentando comunque la Tari agli aquilani del 20% e dovrà aumentarla di un altro 30% entro luglio, perché alla fine parte dei 16 milioni di euro concessi col Decreto enti locali, dovranno coprire la Tari per esercizi precedenti al 2016. Cialente fa pure dell’ironia agghiacciante su pacchetti di patatine, che costeranno agli aquilani 5milioni di euro in più nella mancanza totale di un’idea di futuro per cui L’Aquila, dovrebbe forse cominciare a camminare con le sue gambe. I conti sono confusi per non dire falsati, Roma nei prossimi anni potrebbe non riceverci più, tanto siamo poco credibili.