28 Apr 17

I bandi farsa per la ripresa culturale

L’assessorato alla cultura del Comune dell’Aquila, ha deciso arbitrariamente e senza bandi pubblici di spalmare il primo milione 15mila e 636 euro per la ripresa culturale post sisma, tra una serie di proposte selezionate nelle segrete stanze. Anzi è stato l’assessorato che ha chiesto loro, di proporre un progetto specifico di portata triennale. Con quali criteri pubblici? L’assessora Elisabetta Leone si è sempre vantata di lavorare nella massima trasparenza e invece nella più totale discrezionalità ha deciso che girerà questi soldi, per l’annualità 2016, ad un calderone già predisposto che si chiama L’Aquila verso Italia 2019. Una vicenda gelatinosa difficile da ricostruire. C’è infatti un asse di ripresa economica post sisma dedicato alla cultura di 13milioni e 200mila euro che il Comune, senza alcun controllo, dovrebbe assegnare con bandi pubblici fino al 2020. Il Cipe ha ufficializzato lo scorso febbraio i primi stanziamenti e per questo la Leone spiegò che avrebbe fatto bandi a rendicontazione solo per il 2016, ed invece queste proposte triennali sono state portate al suo assessorato e dal suo assessorato a Roma a fine giugno, per essere caldeggiate con un sicuro sostegno finanziario, a cominciare dal bando farsa che la Leone ha legittimato con una pubblicazione lampo, dal 15 marzo al 3 aprile scorsi. Chi ha selezionato queste proposte? Con quali criteri selettivi e premianti la valenza nazionale richiesta? Tra le proposte anche I Cantieri dell’Immaginario, per i quali l’assessorato continua a manipolare il senso dell’asse di ripresa per cui non deve essere la politica, a promuovere proposte come continua a fare, ma sono le associazioni stesse a dover rispondere ad un bando pubblico, per essere selezionate con criteri da stabilire preliminarmente. Così aveva stabilito la Struttura di Missione di Marchesi. A cosa serve la mediazione della politica se non a favorire delle scelte? Perché insistere sui bandi farsa, il secondo è in scadenza il 24 maggio prossimo, se già sa a chi andranno i fondi? Una pesante penalizzazione per chi aspettava i bandi con un progetto valido da proporre, peccato per chi crede ancora alla cosa pubblica.