22 Lug 16

Alcol, gioco d’azzardo e disagio giovanile

Non credo sia normale avere una slot ogni 83 abitanti, e il record di slot machine dell’intera provincia italiana e non è un buon segno il tasso alcolico del capoluogo, più alto d’Abruzzo, più alto della media nazionale. Il Sert lancia l’allarme, nessuno raccoglie. La presidente Unicef abruzzese, Anna Maria Cappa Monti, illustrando a maggio un’indagine commissionata all’Università dell’Aquila sui disturbi alimentari chiamò in causa le istituzioni, datevi da fare per i bambini aquilani, disse, sono stati sradicati dalle loro case e dalle loro scuole. Sui 434 ragazzi delle medie coinvolti, è risultato che il 93% vive un disadattamento psicologico generale, il 65% vive con sfiducia il contesto ambientale ed il 67% si sente profondamente insicuro nei rapporti interpersonali. Disagi che investono per lo più i maschi del cratere sismico. Cialente cambia oggi per l’ennesima volta la macrostruttura dell’ente ai fini di un’ottimizzazione dei risultati, suonano al contrario come assetti commisurati a qualche piccolo obiettivo, invece di combattere questi brutti mostri, tra alcol, ludopatia e disadattamento, che si stanno appropriando velocemente della città. Quella stessa in cui la qualità della vita è ancora considerata alta. Il sociale quest’amministrazione lo ha sempre visto in senso assistenzialista, come sussidio, contributo, sostegno, rateizzazione, bonus o alloggio popolare, il momento aggregativo è ormai solo serale, nel centro storico che sa di polvere, tra locali e pub. Il giovedì è ancora degli universitari, il sabato dei giovanissimi, le altre generazioni girovagano nella settimana, forti dell’esperienza di aver vissuto una città vera e scuole vere, e non moduli provvisori, lontani da qualsiasi momento di vita reale si possa lontanamente immaginare. Parliamo di ragazzi che non hanno mai vissuto una piazza, un vicolo o una scalinata, mentre quelli più grandi o adulti si perdono al gioco, in una comunità che ha imparato a vivere nella violenza di furti e sciacallaggi, come fossero nel proprio dna. Sette anni fa eravamo per questo fuori dal mondo, fece capire il prefetto Alecci in una seduta consiliare, oggi siamo nella media di ciò che accade in città simili e ci adagiamo come nulla fosse.