17 Feb 16

Agromafia, preoccupante in Abruzzo

Il business delle Agromafie ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015. E’ quanto emerge dal quarto Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, presentato oggi a Roma. Si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare, compromettendo la qualità, la sicurezza dei prodotti ed il valore del Made in Italy. Nel centro Italia il grado di penetrazione è forte e stabile e particolarmente elevato in Abruzzo con una situazione preoccupante. La situazione peggiore si registra a Pescara, quinto posto in Italia, seguita da Teramo, L’Aquila e Chieti. L’Abruzzo è all’11esimo posto della classifica su 20 regioni considerate, per beni confiscati ed è piuttosto diffuso il furto di bestiame. Secondo l’analisi della Direzione investigativa antimafia, la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura fino a quattro volte, nella filiera che va dal produttore al consumatore, è la conseguenza dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto.  Le frodi colpiscono per lo più ristorazione, carne e farine, pane e pasta sulla base del valore dei sequestri effettuati nel 2015 dai Carabinieri dei Nuclei Anti Sofisticazione, pari a 436 milioni di euro. A seguire il vino, latte, formaggi ed olio extravergine d’oliva. Per contrastare il fenomeno bisognerebbe rivedere la legislazione vigente, risalente al secolo scorso, e lavorare sulla tracciabilità e sulla trasparenza, con l’indicazione obbligatoria della provenienza degli alimenti come ha chiesto il 96,5 per cento degli italiani nella consultazione pubblica on line promossa dal Ministero delle Politiche Agricole, che ha coinvolto 26.547 partecipanti dal novembre 2014 a marzo 2015. Peccato che la normativa europea non si stia orientando verso la stessa direzione ed anzi, la ricchezza e la peculiarità dell’agroalimentare Made in Italy rischia, nel libero scambio, la qualità e la caratteristica della denominazione controllata.