Incontro Vincenzo Vittorini per una chiacchierata ed un caffè. Non è solo per il 6 aprile.
Vincenzo distingue il Comitato familiari delle vittime, la Fondazione 6 aprile e l’attività di sensibilizzazione alla giustizia, alla prevenzione e alla sicurezza antisismica, da quella civica, a seguito della quale e nonostante le tante battaglie da consigliere, non vede ancora la ricostruzione di una scuola. Abbiamo ricevuto 10mila euro dalla Federazione medici e chirurghi per una sala multimediale nella prima scuola primaria che sarà rifatta e non li possiamo spendere, dice.
Nei giorni del ricordo non vorrebbe sentir parlare di statistiche e del punto sulla ricostruzione, vorrebbero superare la fiaccolata, se solo avessero un luogo della memoria ed un museo che tuttavia, nonostante i progetti per Piazzale Paoli, e le polemiche, tardano ad arrivare. Un Ground Zero come l’11 settembre, spiega, dove ritrovarsi come comunità per condividere il valore della memoria e della speranza.
6 aprile è ogni giorno per chi ha subìto un sisma, purtroppo la fiaccolata serve a mettere a posto la coscienza di alcuni, anche se la notte tra il cinque ed il sei aprile è un appuntamento per i tanti che sentono ed hanno vissuto le tragedie italiane, mi piacerebbe, dice, che anche il simulacro dei martiri del sisma della Processione del Venerdì Santo avesse una scorta d’onore ed invece anche quest’anno, oltre i parenti delle vittime non abbiamo visto grandi coinvolgimenti.
Comitato e Fondazione 6 aprile sono molto attivi e soddisfatti degli appuntamenti nelle scuole, instancabili a parlare ovunque siano invitati di sicurezza e prevenzione. Le scuole ancora da ricostruire per Vittorini sono una vergogna, avevamo ragione quando sollecitammo la demolizione della de Amicis, oggi risultata inadeguata come struttura scolastica. Per loro che ancora combattono per la verità con l’appello contro la prescrizione a Bertolaso e contro tutte le prescrizioni delle tragedie di Stato che vorrebbero fossero eliminate, è la mazzata quotidiana che dimostra quanto invece la comunità aquilana non ne senta l’urgenza per i propri figli, non abbia memoria, abbia dimenticato in fretta e privilegiato solo la rendita immobiliare. E’ una città migliorata ma non adeguata sismicamente dove non riusciremo mai a dormire sonni tranquilli. Non c’erano fondi sufficienti ricorda Vittorini tornando sulla Legge Barca eppure abbiamo avuto miliardi con i quali abbiamo solo invogliato le persone a lasciare la città.
Manca una rinascita sociale e la sicurezza non è più nell’agenda civica aggiunge, e sicuramente non sono prioritarie, basti pensare alla totale assenza degli argomenti in maggioranza con il bilancio di previsione. Vittorini sente una grande responsabilità per chi verrà non lasceremo una città sicura al cento per cento teme che le celebrazioni della memoria diventino solo una grande sagra, un po’ già lo sono, teme la corsa mediatica al decennale nel 2019. Ci si mobilita per le tasse ma non per la sicurezza, la verità, la giustizia e la prevenzione.
Resta un grande ottimista, non vuole, non vogliono essere visti come dei piagnoni ma come persone che credono che la città debba essere sicura ed esempio per il mondo verrebbero a trovarci con interesse vivo, speriamo che dal 7 aprile in poi sia sempre un buon giorno per ricordare temi chiave come prevenzione e sicurezza, anche i puntellamenti restano dove sono, insicuri, da quasi un decennio. Alcune persone lo salutano con profondo rispetto, quello che la comunità, a parte le candele postate sui social, non riesce proprio a sentire nell’anima e nella memoria, quella di una vita, ogni giorno dell’anno.