03 Apr 18

Gran Sasso, niente servizi turisti in fuga

Tra strutture abbandonate ed un modello Kihlgren (nella foto) che sa di speculazione, bisogna far rivivere i nostri borghi, creare delle società o cooperative con i residenti e non svendere il loro patrimonio per poi riaffittare loro locali commerciali a peso d’oro, riferendosi probabilmente a Il Cantinone a Santo Stefano di Sessanio, dove l’inverno è tutto chiuso, altro che albergo diffuso. Così Luigi Faccia, di Save Gran Sasso e direttore della scuola sci di Assergi, risponde alle provocazioni, in un recente confronto pubblico, dell’imprenditore italo svedese che ha recuperato il borgo, spiegando invece la necessità di un turismo sciistico che non ambisce certo a competere con il mondo ma può trainare la montagna tutto l’anno. I numeri di ieri a Campo Imperatore con 2mila presenze, ma file interminabili e servizi igienici impresentabili mostrano tutti i limiti della nostra cultura all’accoglienza turistica. Quando ci attrezzeremo?
Già una telecabina al posto della seggiovia come sulle piste di Monte Magnola ad Ovindoli, chiarisce, porterebbe oltre agli sciatori anche escursionisti, anziani, diversamente abili, bambini, famiglie intere e turismo tutto l’anno. Con la seggiovia è difficile immaginare in inverno famiglie che raggiungano futuri ristori o centri benessere con neve e pioggia. E poi servizi, rifugi a monte e a valle degli impianti e dei sentieri per le escursioni, un campeggio attrezzato a Fonte Vetica perché solo con le regole combatti il degrado, oggi non abbiamo neanche bagni pubblici disponibili. Nel primo trimestre 2018 abbiamo avuto un boom di presenze in montagna di un più 11%, ed un volume di affari per un miliardo e tre in più di guadagni anche su relax, escursionismo e ricettività, citando i dati di Federalberghi. Nel 2010 propose all’amministrazione il 90% di commerciale all’interno delle mura di Assergi e Camarda, con nuovi piani regolatori, i romani sarebbero tornati anche per piccole attività ma non se ne fece nulla, conclude. Ad oggi il sindaco Biondi vuole rivedere il Piano industriale di sviluppo e modernizzazione per il Gran Sasso, per cui abbiamo 20milioni di euro certi, allargandolo al cratere. Passeranno altri anni ma il territorio non vuole più aspettare mentre il turista scappa.