All’americana Chevron, alla multinazionale francese dell’energia Edf e alla banca Bnp Paribas che finanzia centrali a carbone in Sudafrica e in India, è andato il Premio Pinocchio delle ong presenti alla Cop21 di Parigi, per le politiche attuate sui cambiamenti climatici. Edf, ha ricevuto il premio per la campagna pubblicitaria con cui ha promosso il nucleare come energia pulita, secondo i dati delle ong, è proprietaria di sedici centrali a carbone nel mondo, tra le quali alcune tra le più inquinanti d’Europa ed il principale azionista della società è la Francia. A Chevron è stato riconosciuto l’impegno a favore del gas e del petrolio attuato soprattutto in Argentina, dov’è partner del Governo e della società pubblica Ypf per sfruttare tali fonti di energia in Patagonia. I vincitori sono tra i principali sponsor della conferenza delle Nazioni Unite, insieme ad aziende e gruppi che tentano di influenzare trasversalmente i risultati attesi, e cioè l’accordo nel mantenere il riscaldamento del pianeta entro i due gradi per i prossimi decenni, un accordo storico, contro il quale questi colossi remano contro. C’è anche lo scoglio dei finanziamenti, 100 miliardi di dollari da trasferire ai paesi più poveri, a partire dal 2020, per accompagnarli verso una crescita sostenibile con l’aiuto di quelli più sviluppati, Renzi ha promesso 4miliardi l’anno, attraverso il Green Climate Fund, Cina ed India, tra i paesi più inquinanti, probabilmente non parteciperanno neanche. Pochissimi Stati sarebbero disposti a scendere ad un grado e mezzo, anziché due, per alcuni paesi arabi è un paletto che nel testo finale non dovrà essere proprio riportato, ma se non riusciremo a contenerci entro questi limiti le conseguenze per il pianeta saranno apocalittiche. Secondo un sondaggio delle associazioni ambientaliste, solo il 29% degli italiani conosce Cop21, per loro le minacce principali per l’ambiente sono l’inquinamento atmosferico, 77%, la contaminazione di acque, terreni e aria, 59%, la gestione inefficiente di rifiuti, 55%, ed i cambiamenti climatici, 43%, il 72% degli intervistati, pensa che la conferenza di Parigi influenzerà le azioni dei Paesi partecipanti, ma non andrà così.