Dal punto di vista della realizzazione fisica degli interventi, l’avanzamento della ricostruzione privata si attesta intorno al 73 – 74%, per un importo totale concesso pari a 6mld 218mln 195mila euro, è quanto emerge dal Rapporto sullo stato della Ricostruzione dell’Usra, pubblicato in occasione del 14mo anniversario del sisma del 6 aprile.
Al palo, le schede parametriche parte seconda. Mentre per la parte prima non si accettano più nuove istanze, essendo scaduto il termine ultimo per la presentazione il 30 settembre 2021, per i progetti parte seconda si deve registrare un sostanziale rallentamento nella presentazione delle pratiche attese, ribadisce l’Usra. Il grafico riportato nel Rapporto, evidenzia come nel corso degli anni si sia accentuato il ritardo nelle consegne dei progetti parte seconda che, nonostante le azioni di commissariamento attivate dal Comune, non ha rallentato il ‘trend’, che risulta invece sempre più in crescita, denuncia ancora un volta l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila.
Il dato allarmante riguarda i circa 300 progetti parte seconda in ritardo, rispetto alla scadenza prefissata, in alcuni casi anche di anni. Lo sfasamento temporale, causato dai ritardi sulla consegna dei progetti, determina un rallentamento nel processo della ricostruzione che costituisce anche un danno nei confronti della ripresa socio economica del tessuto cittadino, oltre a stravolgere il cronoprogramma che il Comune aveva a suo tempo predisposto al fine di organizzare anche territorialmente le fasi della ricostruzione, si legge ancora nel Rapporto.
Ad oggi, si stima un fabbisogno residuo per il completamento della ricostruzione privata pari a circa 1mld e 600mln di euro, nella consapevolezza che la suddetta stima è sicuramente approssimata per difetto, aggiunge l’Usra, anche in riferimento all’aumento del costo delle materie prime per le quali è stato comunque riconosciuto un adeguamento con un Decreto congiunto Usra/Usrc, ma sempre al palo siamo.
Non sarà perché i progettisti sono talmente carichi di lavoro, anche con il 110%, che non arrivano? Un problema vivo da 14 anni, peraltro, che evidentemente, nonostante una certa volontà, non riusciamo ad arginare, siamo quindi “costretti” ad aspettare che gli studi professionali smaltiscano il lavoro. Per il quale non abbiamo mai saputo, in questi anni, quante persone hanno assunto, visto che parliamo di fondi pubblici che continuano a liquidare le loro parcelle.
Complessivamente si stima che la ricostruzione pubblica sia ad una percentuale di avanzamento pari al 63% in termini di importi erogati sul totale richiesto, solita frase sibillina per non mettere nero su bianco la verità del dato. Cosa vuol dire il 63% sul totale richiesto? Assolutamente nulla. Nello specifico per il settore della pubblica, il cui fabbisogno economico complessivo è in fase di definizione, dato che i programmi pluriennali sono in corso di aggiornamento da parte dei soggetti attuatori, si riscontra ad oggi un costo complessivo richiesto pari a 2mld 482mln 226mila 379 euro per un totale di 758 interventi. Quel dire e non dire, che alla fine non dice nulla.
Nel merito degli interventi si rileva che: 25 sono in fase di programmazione, 139 in fase di progettazione, 126 in fase di attuazione, 107 in fase di collaudo ed infine 361 risultano conclusi.